Pesaro

I tedeschi occuparono la città il 13 settembre. Il 15 si costituì la Federazione dei fasci repubblicani con 19 aderenti (la prima della regione). In quei giorni la città fu individuata come baluardo orientale di quella che poi divenne la Linea Gotica.

I primi di ottobre si costituì il Cln provinciale, tra i membri vi erano: Armando Lugli (Pd’A), Giulio Coli (Dc), Renato Fastigi (Pci), Cesare Del Vecchio (Psi); quest’ultimo ricoprì il ruolo di coordinatore ed ispettore militare, mentre il comando militare di zona era affidato a Ottavio Ricci (Nicola). Si organizzò anche la Guardia nazionale partigiana, prima formazione militare della Resistenza, presieduta da Ottavio Ricci.

Il 7 novembre i tedeschi uccisero in città Anteo Ruggeri, militante del partito d’azione, torturato a morte per strappargli informazioni sui suoi presunti collegamenti radio. L’uccisione di Ruggeri e la spedizione di Ca’ Mazzasette furono episodi significativi nell’ottica della organizzazione della resistenza in montagna (Giacomini 2008, p. 90). Essi mostravano infatti che il pesarese era una zona assai pericolosa e che probabilmente attendere senza organizzarsi non era la scelta migliore. Infatti in seguito a questi fatti si costituì, ad opera di Erivo Ferri, a Cantiano, il primo nucleo di quella che poi sarà la Brigata Garibaldi Pesaro. Si costituirono anche i Gap, che inizialmente facevano parte della Brigata Garibaldi Pesaro. Soltanto nel maggio del 1944 su indicazione del Cln provinciale venne decisa la costituzione di un’autonoma brigata Gap, articolata in tre distaccamenti: Pesaro, Fano, Schieti, composti di diversi gruppi operativi.

Il 17 novembre durante delle semplici esercitazioni i tedeschi lanciarono alcuni colpi di mortaio sul centro cittadino. Alla fine di via Castelfidardo morirono 14 persone di cui 12 bambini che stavano giocando. Il piazzale prese nel dopoguerra il nome di “Piazzale Degli Innocenti”.

Il 28 dicembre iniziarono i bombardamenti sul capoluogo indirizzati alle infrastrutture viarie e portuali . L’intero rione di Soria Bassa fu devastato e si contarono 17 morti e 35 feriti tra la popolazione.

Il 3 gennaio venne affisso sui muri di Pesaro e delle città costiere il manifesto in cui si avvisa la popolazione che l’autorità germanica aveva disposto “lo sgombero della popolazione della fascia costiera per una profondità di 10 km nel termine di 48 ore”. Fu l’inizio dello sfollamento in massa. Gli uffici dell’amministrazione provinciale e le principali funzioni terziarie della provincia, vennero dislocate nei comuni di Fermignano, Urbania, S. Angelo in Vado, Pergola, Saltara ed Urbino, che divenne in quel frangente il centro di gravitazione di tutta la provincia.

Nel marzo del 1944 alcuni Gap comandati da Siro Lupieri (Basilio), attaccarono, con bombe a mano, la Federazione provinciale dei fasci e un’auto tedesca, causando diversi feriti.

Anche a Pesaro, come ad Ancona, fu creata la scuola per commissari politici diretta da Odoardo Ugolini. La scuola era mirata alla formazione politica antifascista e marxista di coloro che sarebbero diventati commissari politici delle formazioni partigiane comuniste. Oltre a Giorgio De Sabbata la frequentarono: Claudio Cecchi, Renato Vinello e Carlo Paladini. Cecchi divenne commissario politico del distaccamento Pisacane, e poi comandante del I battaglione della brigata Garibaldi Pesaro, Vinello fu comandante di battaglione. Compito dei commissari politici era quello di aiutare i comandanti a risolvere le contraddizione che potevano intervenire nel rapporto con la popolazione e nella vita interna della banda, aiutare a far emergere le motivazioni ideali e le aspirazioni che sorreggevano la lotta (Giacomini 2008, p. 128).

Tra dicembre 1943 e gennaio 1944 il Cln regionale decise l’unificazione delle bande partigiane di Ancona e Pesaro nella V Brigata Garibaldi. Il 13 aprile del ’44 in un incontro vicino Pesaro, in località Torraccia, venne costituto il comando della Divisione Garibaldi Marche a capo del quale fu posto Alessandro Vaia.

Il 15 maggio vennero fucilati in città tre partigiani precedentemente catturati dai nazifascisti. Sempre a maggio vi fu un altro pesante bombardamento sulla città e fu distrutto anche il ponte ferroviario sul fiume Foglia. A Pesaro terminava la Linea Gotica e per tale motivo in giugno venne dato l’ordine di evacuazione immediata della città, che si spopolò rapidamente.

La liberazione di Pesaro avvenne tra il 29 e il 1° settembre 1944, ad opera del II corpo polacco e della brigata partigiana Maiella. Gli scontri in città furono duri e cruenti poiché i tedeschi tentarono fino all’ultimo di difendere la città che era un caposaldo della Linea Gotica. Infatti i paracadutisti tedeschi che avevano approntato postazioni difensive fortificate, campi minati e barricate, prima di ritirarsi, impegnarono strenuamente le truppe alleate le quali a partire da Pesaro e dall’avanzata sul settore adriatico, iniziano in quei giorni l’assalto alla Linea Gotica.

Bibliografia
Anpi Pesaro e Urbino, La 5° Brigata Garibaldi Pesaro, Pesaro 1980.
Giacomini, Ribelli e partigiani. La Resistenza nelle Marche 1943-1944, Affinità elettive, Ancona 2008.
Anpi Pesaro e Urbino, La Brigata Gap di Pesaro e Urbino, sl, sd.
Comitato provinciale Anpi, Secondo Risorgimento. Albo d’oro dei caduti nella lotta di liberazione della provincia di Pesaro e Urbino. 1943-1944, s. l., s. d.