Fossombrone

Mentre il fronte avanzava nelle provincie di Macerata e Ancona, nel resto delle Marche e in particolar modo in provincia di Pesaro l’offensiva partigiana continuava con forza. Sul territorio che da Pesaro arriva fino a Montecchio e alle colline verso nord, verso Tavullia, Gradara e il Conca, i tedeschi avevano collocato in più punti grandi apprestamenti difensivi, manifestando il proposito di resistere su quelle posizioni a oltranza. Nella zona tra Montelabbate e Fossombrone operavano da tempo alcune importanti formazioni: “Balducci” (zona delle Cesane), “Metaurense” (Fossombrone), “don Minzoni” (Monte S. Bartolo) e “Salvalai” (presso Monbaroccio), che inizialmente erano a diretto contatto con i Cln ma scarsamente tra di loro. Un maggiore coordinamento tra bande venne promosso dal Cln di Fossombrone e di Fano: furono così gettate le basi di quella che poi si chiamerà la Brigata Garibaldi Bruno Lugli, il cui comando fu affidato al maggiore dell’esercito Antonio Severoni, nome di battaglia Tito (Mari, 1965 p. 184). La brigata si formò effettivamente dopo il passaggio del fronte da parte della V Garibaldi Pesaro mentre a metà di luglio risale la nomina del commissario politico nella persona di Roberto Carrara. Vi concorsero forze antifasciste di vario orientamento e vi furono inquadrate anche formazioni montane che avevano avuto vita autonoma come il distaccamento Toscano, della zona di Pietralata. Si trattava di una formazione promossa ai primi di giugno dalle cellule comuniste di Fossombrone e Acqualagna con un gruppo di uomini molto combattivi al comando del fiorentino Pietro Polcri.

I distaccamenti della “Bruno Lugli”, con i Gap di Fano e della Bassa Valle del Metauro, continuarono a ostacolare i movimenti del nemico sulla Flaminia e sulle strade che da questa portano al Basso Foglia. In questo ultimo periodo di lotta mostrò grande impegno il Cln di Fossombrone sia per i suoi nuovi compiti nei confronti dei distaccamenti citati, sia perchè la città sita al centro della valle del Metauro e vicina alla confluenza della Flaminia con la nazionale Aretina, si trovava percorsa da un intenso traffico militare (Mari, 1965 pp. 271-272).

Fossombrone fu liberata il 22 agosto dalle forze alleate.

Bibliografia
R. Giacomini, Ribelli e partigiani. La Resistenza nelle Marche 1943-1944, Affinità elettive, Ancona 2008.
G. Mari, Guerriglia sull’Appennino. La Resistenza nelle Marche, Argalia, Urbino 1965.
U. Marini, La Resistenza nel Candigliano, Fossombrone 2000.