Primo Boarelli

Archivi audiovisivi della Resistenza: Intervistato il 13 e il 17 novembre 2003. Durata 2 h. 43 mn.
VEDI L’INTERVISTA IN ISTITUTO.

Braccano di Matelica (MC) 1 luglio 1923 – Macerata 21 giugno 2012. Nel 1924, insieme alla madre, raggiunge il padre emigrato in Francia per lavoro. In Francia compirà i primi studi (due anni) per tornare poi a Braccano all’età di circa 7 anni. Nel paese natale, dove i genitori vivono coltivando piccoli appezzamenti di terra, facendo i boscaioli e i carbonai, studia fino alla quarta elementare e presto si affianca a loro nelle varie fatiche fino al 1948. Consegue la licenza elementare in una scuola serale. Dopo la guerra, grazie alla rete dei “convitti di scuola della rinascita” consegue il diploma di terzo avviamento agrario a Cremona, dopo aver tentato l’ingresso al corso per sindacalisti a Milano ed essere stato respinto per insufficienza di posti.
La sua formazione politica inizia con l’esperienza del servizio militare (è a Roma nel luglio del 1943) durante il quale ha contatti con dei commilitoni bolognesi vicini ai movimenti antifascisti. Dopo l’8 settembre del 1943, fuggito da Roma a seguito dello “sbandamento”torna a casa dove, appena arriva, viene contattato dal parroco del paese don Enrico Pocognoni, membro del Cln di Matelica e suo per la comune militanza nell’Azione Cattolica locale. Dati i suoi buoni rapporti con la popolazione, i partigiani che si stanno costituendo in gruppi organizzati nelle zone del Monte San Vicino, gli conferiscono l’incarico di coordinare il gruppo partigiano di Braccano di cui, a fasi alterne, è anche capitano. Scampato all’eccidio nazifascista perpetrato a Braccano il 24 marzo del 1944, in cui cade vittima anche lo stesso Pocognoni, aderisce nei giorni successivi al gruppo partigiano operante ad Elcito di San Severino Marche di cui presto diventa vicecomandate. Durante la lotta per la liberazione apprende i fondamenti del socialismo.
Appena dopo la liberazione, porta l’ esperienza e la capacità organizzativa maturate durante la Resistenza nella lega dei mezzadri (federterra) e nella segreteria della CDL di Matelica dove inizia il suo impegno sindacale. In quegli anni, a parte il periodo di studio a Cremona, è oltre che militante sindacale anche segretario della sezione del Psi di Braccano (40 iscritti su 500 abitanti). La scelta socialista lo espone, come frequente in quel periodo, ad attacchi fortissimi del clero (scomunica, mancata benedizione della casa) e dei militanti della Dc locale che però non scalfiscono il suo profondo legame con la popolazione del borgo natio che sempre lo ripaga con brillanti successi elettorali per sé e per la sua area politica: alle elezioni del 1948 il Fronte Popolare ottiene a Braccano la maggioranza assoluta.
Nel 1951 diventa consigliere comunale a Matelica e consigliere della prima amministrazione provinciale per le liste Psi – Pci. Nel dopoguerra, il tema centrale della lotta dei lavoratori della terra riguarda la percentuale di ripartizione dei prodotti e l’abolizione dei patti agrari che costringono a molte regalie in favore dei padroni. In questo contesto si occupa della protesta sindacale del matelicese in cui, a parte il frequente blocco delle aie durante la trebbiatura spesso represso con l’intervento dei carabinieri, si segnala la protesta pacifica in cui le regalie invece di essere consegnate ai padroni vengono portate gratis ai ricoveri per anziani. Nel 1949 viene assunto alla Cdl di Macerata, di cui è segretario Guido Latini (comunista), antifascista e combattente in Spagna, commissario politico del battaglione Mario (uno dei gruppi partigiani del Monte San Vicino). Qui si occupa ancora dei lavoratori della terra fino al 1951 quando viene eletto segretario provinciale del Psi. Dimessosi dal sindacato, si dedica al Psi fino all’estate del 1953. Le condizioni economiche sono precarie e B. tra il 1953 e il 1955 dorme su una branda pieghevole nella sede del partito in via Crescimbeni. Trasferito per un breve periodo a l’Aquila come membro della segreteria provinciale dello stesso partito, tra il 1954 e il 1955 è nuovamente a Macerata ma nella primavera del 1955 viene impiegato alla CDL di Frosinone. Nel maggio del 1955 si sposa con la compagna della vita Enza. Sono anni difficili per la vita di B. in cui alle difficoltà economiche si affianca la mancata assistenza sanitaria dovuta al fatto che in quegli anni le organizzazioni sindacali non vengono considerate “datori di lavoro”.
Nel 1957 ritorna a Macerata dove è membro della segreteria provinciale alla Cld che in quegli anni vive i duri sconti della fabbrica “Cecchetti” di Civitanova. In questo periodo è consigliere comunale a Macerata per il PSI. Vicino alle posizioni di Lelio Basso, con la scissione del 1964 aderisce allo PSIUP di cui diventa segretario della provincia di Macerata. Dopo due anni si trasferisce ad Ancona dove, nel dirigere il partito locale, vive i fermenti del 1968. In quell’anno è anche consigliere comunale a San Severino Marche, dove unico consigliere del PSIUP, si distingue per la lotta all’abusivismo edilizio e la ferma opposizione alla Dc che si concretizza in una movimentata occupazione della sala del consiglio comunale insieme ai colleghi consiglieri del PCI a causa dei contrasti interni alla Dc che impediscono l’elezione del sindaco. Nel 1969 torna a Macerata dove è consigliere comunale. In rotta con il PSIUP nazionale (a causa dell’avvicinamento alla DC) si dimette da segretario provinciale e, su indicazione di Joyce Lussu, si dedica alla vendita di libri di storia porta a porta fino al 1971.

Dal 1972 al 1984 è impiegato all’ospedale di Tolentino dove riprende l’attività sindacale per la CGIL. Dal 1984 è nella segreteria e nel direttivo provinciale dei pensionati (SPI).
A partire dal 1990 inizia una assidua militanza nell’ANPI, dove nel 1996 viene eletto vicepresidente provinciale di Macerata. Rimane in questa carica fino al 2006, quando, abbracciata fra i primi la nuova linea dell’associazione consistente nella rapida apertura alle nuove generazioni, diviene membro del consiglio nazionale.

 

Fonti:
Asmc, Questura, ufficio gabinetto, ordine pubblico (A4B) busta 2. Intervista a B. rilasciata a F. Rocchetti il 13 aprile 2006.
Riferimenti su B.:
G. Mari, Guerriglia sull’Appennino, Argalia, Urbino 196.. ; L. Angeli (a cura di), Tolentino e la Resistenza nel Maceratese, Accademia filelfica, Tolentino 1966; F. Pirani, Memorie di un partigiano, ANPI, Macerata 1992; S. Antonini, Saluti si ma niente baci, Il lavoro editoriale, Ancona.. ; D. Pela , Una notte che non passava mai, Il lavoro editoriale, Ancona 1997;

A cura di Francesco Rocchetti