settembre 1943

 

Le notizie riportate in verde provengono da fonti diverse non coincidenti

Le notizie riportate in blu sono ancora in fase di verifica

Le notizie che terminano con (AS) sono riportate anche nell’atlante delle stragi

 

8 settembre (mercoledì) = alle ore 19.40 circa la radio annuncia l’armistizio. Manifestazioni di giubilo si svolgono nei principali centri della regione. Molti ritengono che la guerra sia finita.

 

9 settembre (giovedì) = occupata dagli antifascisti anconetani la sede del Corriere Adriatico; viene nominato un comitato provvisorio politico composto da MARINELLI Oddo, GIGLI Renato, CANONICI Plinio e TOMMASI Gino.

A Macerata PIRANI Florindo e GENOVA Federico asportano le armi della caserma “F. Corridoni” lasciata al momento incustodita.

Si riunisce a Pesaro il comitato del Fronte d’Azione composto, per il Pci da PIERANGELI Woframo, UGOLINI Odoardo, CECCHINI Antonio, per i socialisti FILIPPINI e MANCINI Ettore, per i democratici COLI Giulio, e LUGLI Armando per il Pd’A (Partito d’Azione); i comunisti propendono per un piano di difesa della città; dalle caserme intanto vengono trafugate armi.

 

10 settembre (venerdì) = marinai italiani adibiti alla difesa antiaerea della città di Ancona, in contatto con elementi della Concentrazione antifascista, gettano in mare quattro mitragliatrici antiaeree, dalle Rupi del Duomo, poi recuperate e spedite in montagna.

 

11 settembre (sabato) =

 

12 settembre (domenica) = scontri ad Ascoli tra truppe tedesche che cercano di occupare la città e militari e civili italiani, sia nella zona centrale che nei quartieri di SS. Filippo e Giacomo. Durante gli scontri muoiono: CAFINI Concetta, il ragazzo CINELLI Adriano e i militari LEPORE Leone (sergente), ALBANESI Luciano (tenente), e gli avieri BARRILE Gaetano, D’URSO Antonio, VERBALE Giovanni, FAIENZA Giuseppe; la sera diversi soldati e alcuni civili si dirigono sul colle San Marco.

A Canfaito, sopra Roti e Valdiola nella zona di San Severino, si forma un primo gruppo di resistenti, ne fanno parte MORI Nando, SERACCHIANI Dino, i fratelli TERENZI Erminio e Mimo, DILETTI Oscar, SERACCHIANI Gilberto e FALZETTI Nino.

Nella notte tra il 12 e 13 BALDELLI Goffredo parte per il sud per prendere contatti con gli alleati. La spedizione è organizzata e finanziata da PERGOLI Piero.

A Tolentino il dottor APOLLONI Giulio e altri antifascisti del luogo riuniscono una trentina di giovani e si preparano a resistere.

A Serrapetrona si radunano alcuni resistenti attorno alla figura del sacerdote don RILLI Nicola.

Sui monti della Capretta (Fabriano) in una vecchia casa disabitata si ritrovano tredici antifascisti decisi a resistere, è l’embrione del futuro gruppo “Lupo”: SENTINELLI Alfredo, BELLUCCI Enzo, BELLUCCI Salvatore, BOCCOLUCCI Francesco, CALPISTA Alvesio, CERIONI Primo, FRANCA Franco, FRANCA Renzo, MARTELLUCCI Elvio, PALOMBI Rolando, SILVESTRINI Ivan e due soldati sbandati.

 

13 settembre (lunedì) = i primi tedeschi giungono ad Ancona, vengono occupati gli aeroporti di Jesi e Falconara.

Sul “Corriere Adriatico” compare un appello alla popolazione per scongiurare scontri con i tedeschi, l’appello è sottoscritto anche da ex gerarchi fascisti imprigionati.

Bando del generale PIAZZI Aldo per raccogliere i militari sbandati delle provincie di Pesaro e Ancona, che devono riunirsi entro 48 ore nei centri di raccolta più vicini.

A Macerata, nell’abitazione di MERCURI Florindo, si forma il Comitato della guardia nazionale (premessa al futuro Cln). Sono presenti: CABASCIA Vincenzo, CRUCIANELLI Gino, FATTORINI Mario, LINFOZZI don Quinto, PALLONARI Ernesto, PAOLOROSSI Filippo, PETINARI Alfonso, PIANESI Mario, SARTI Rodolfo.

Il prefetto di Macerata, FORNI Socrate, nomina LORI Ferdinando (professore universitario a riposo) commissario straordinario per il comune di Macerata, LORI resta in carica fino al 20 novembre.

Riunione a Pesaro di fascisti e antifascisti per un patto di pacificazione. Intanto i tedeschi occupano la città. Una consulta civica comprendente fascisti e antifascisti è nominata anche a Fano, la presiede l’avv. BOIDI Giuseppe e resta in carica fino all’arrivo dei tedeschi.

Si dilegua il presidio militari del campo di prigionia di Monturano.

 

14 settembre (martedì) = per paura dell’arrivo dei tedeschi si dissolve il presidio militare del campo di Servigliano. Diverse centinaia di prigionieri abbandonano il campo.

Nei pressi di San Severino si sono raggruppati alcuni antifascisti, militari sbandati e slavi fuggiti dai campi di prigionia, aggregati attorno alla figura di un confinato politico, l’istriano DEPANGHER Mario. Il gruppo attacca il deposito di munizioni del Ponte di S. Antonio per recuperare armi e munizioni.

 

15 settembre (mercoledì) = da radio Monaco arriva l’annuncio che Mussolini riprende la direzione del fascismo in Italia.

Ancona viene occupata da truppe tedesche.

Arrivo a Cingoli del cap. SENIGALLIA Sergio, inviato dal Cln di Macerata a costituire un gruppo partigiano.

Il tenente TAGLIONI riunisce nei pressi di Corridonia sei ex militari e costituisce una banda che sarà attiva fino alla liberazione.

A Macerata il colonnello SPACCAMELA Filippo, comandante del presidio militare della città, emana un’ordinanza che ordina il rientro dei militari ai propri reparti pena l’accusa di diserzione. È una delle sue ultime disposizioni, il giorno dopo, con l’arrivo dei tedeschi in città, viene sostituto alla guida del presidio militare dal console della milizia fascista CARADONNA Eugenio.

Alcuni antifascisti al comando di don RILLI Nicola attaccano un autocarro tedesco (nei pressi di Serrapetrona), asportando tende, divise e una mitragliatrice.

Il Pci (tramite il suo responsabile regionale CAPPELLINI Egisto) incarica PIERANGELI Wolframo e FANELLI Vittorio di raggiungere gli alleati a sud per comunicare loro la necessità di uno sbarco nei pressi di Ancona. A loro, il 16, si aggiunge BERNARDI Leone di Fermo.

A Pesaro si ricostituisce in città il fascio repubblicano della provincia (fonte periodico “Repubblica” del primo ottobre 1943).

A Serravalle del Chienti si costituisce un gruppo di resistenti con a capo VANNUCCI Libero.

Sollevamento nel campo di prigionia di Sforzacosta, da dove diverse guardie si sono dileguate. Saccheggio dei magazzini da parte dei detenuti, molti dei quali abbandonano il campo.

 

16 settembre (giovedì) = occupazione tedesca di Macerata. Tra il 16 e 17 viene occupata anche Pesaro.

Arresto di BATA’ Mario da parte dei tedeschi durante l’occupazione di Macerata, il militare decide di collaborare per poter poi fuggire.

 

17 settembre (venerdì) =

 

18 settembre (sabato) = Mussolini annuncia da radio Monaco la creazione di un nuovo stato fascista.

Con un audace colpo di mano vengono sottratte armi e altro materiale al primo camion di tedeschi che giunge a San Ginesio, da parte degli uomini che formeranno il gruppo “Vera”.

Gruppo di sette uomini di Serra San Quirico, sotto la guida di LUCARINI Goffredo, si trasferisce in montagna sul Montesassone, decisi a resistere.

Il nuovo comandante tedesco di Ancona, HOEHNE emana un bando di consegna delle armi e presentazione dei militari sbandati, pena la morte, scadenza alle ore 24 del 23 settembre.

Per incarico del comando tedesco il console fascista CARADONNA Eugenio assume il comando del presidio militare di Macerata.

FERRI Erivo organizza il disarmo di un presidio dell’aeronautica in località Schieti-Trasanni (Urbino) ottimo bottino di armi; all’azione partecipa pure ANNIBALI Adler. Secondo il podestà di Urbino questa azione viene effettuata il giorno 21.

 

19 settembre (domenica) = fa ritorno ad Ancona il prefetto SCASSELLATI SFORZOLINI Franco che viene nominato dai tedeschi Commissario straordinario della provincia.

Si costituisce un gruppo armato a Paterno di Fabriano che prende contatto con il gruppo “Capretta” di Collamato (nucleo originario del gruppo “Lupo”).

 

20 settembre (lunedì) = quattro gappisti di Montemarciano assaltano la caserma dei carabinieri di Falconara e sequestrano armi e coperte.

Emanato avviso bilingue a Macerata con l’ordine ai militari sbandati di presentarsi entro il 23 successivo pena la fucilazione.

 

21 settembre (martedì) = trafugate armi dalla caserma dei carabinieri di Urbino, protagonisti dell’azione alcuni antifascisti del luogo: BUDASSI Corrado, MARI Giuseppe, PORFIRI Orfeo, TARANTINI Leonardo e Arcangelo, i tre fratelli GAMBA, Millo, Raoul ed Enea, FORTINI Enzio, BACCHIELLI Giuseppe. Secondo la testimonianza di Mari l’azione avviene il 18.

Recuperate le armi già trafugate alla caserma del 50° di fanteria a Matelica, che serviranno poi per armare il gruppo “Eremita”.

A Monastero di Cessapalombo dove si era rifugiato dal 15 settembre il tenente dell’esercito PANTANETTI Nicolò da origine al gruppo partigiano che porta il suo nome.

 

22 settembre (mercoledì) = azione contro il campo di concentramento di Sforzacosta e prelevamento di armi da parte degli uomini del gruppo “Mario”;

Nella notte fuga in massa dal campo di internamento di Colfiorito; sono in prevalenza prigionieri montenegrini.

Si ricostituisce a Pesaro la 111^ Legione della MVSN.

Eletto LORICCHIO Adriano commissario prefettizio di Ancona.

Una squadra della banda, che si stava costituendo sul colle San Marco, capitanata da PETRELLI Italo, penetra nel porto di San Benedetto e recupera armi che riesce poi a far pervenire sul colle San Marco.

 

23 settembre (giovedì) = a Frontale (Pian del Fronte) di Apiro, sotto le pendici del monte San Vicino, funziona un “comando tappa ristoro” per militari sbandati e prigionieri evasi. Lo compongono i militari sbandati BATA’ Mario, FILIPPETTI Luigi; ALBONETTI Vittorio, LAMBERTI Pierino, BERARDI Michele e i civili BERARDI Giuseppe e LEONI Umberto; chi vuole combattere i tedeschi è dirottato al gruppo “Montenero” di Cingoli. Secondo la testimonianza di Filippetti il giorno 25 si compie un giro intorno al San Vicino e c’è una presa di contatto con don POCOGNONI Enrico e alcuni militari del gruppo “Roti”.

Ad Urbino si tiene un’assemblea dei cittadini più autorevoli per discutere sui pericoli che gravitano sulla città, vengono riconsegnate dai partigiani le armi trafugate dal FERRI e i tedeschi lasciano per il momento la cittadina.

Prima riunione del governo della neonata RSI.

Riunione fascista a Fermo si decide per la ricostituzione del fascio con a capo PETRACCI Vittorio.

A Fano vengono uccisi da un soldato tedesco due ragazzi MARCONI Renata di 14 anni e PAOLINI Temistocle di 8 anni (non si sa bene se per caso fortuito o intenzionale). (AS)

 

24 settembre (venerdì) = proclama di Vittorio Emanuele III che incita a combattere il “secolare nemico”.

A Montemonaco soldati tedeschi uccidono un italiano (viene ferito gravemente, in località Pignotti di Montemonaco, tale CUPELLI Flaviano ricoverato all’ospedale civile di Amandola, non si ha ancora conferma della sua morte).

 

25 settembre (sabato) = la flottiglia di motopescherecci di San Benedetto è trasferita all’insaputa dei tedeschi a sud nel porto di Bari, preparano l’azione il tenente dei carabinieri Dalla Chiesa il guardiamarina Nebbia Giovanni e il capo partigiano Postiglione Italo. L’episodio è noto come “operazione Nebbia”. Incerta la sua data. Nelle sue relazioni il comandante Postiglione fornisce due date distinte, oltre al 25 settembre anche il 4 ottobre.

 

26 settembre (domenica) = affondate nel porto di Ancona cinque barche che i tedeschi utilizzavano per i loro servizi.

Ricostituita a Macerata la federazione fascista.

 

27 settembre (lunedì) = i partigiani del gruppo “Mario” prelevano le armi dalla caserma del 50° fanteria di stanza a San Domenico (San Severino), affidate alla custodia dei carabinieri, con l’aiuto del maresciallo GIORDANO Antonio.

 

28 settembre (martedì) = pubblicato sul Corriere Adriatico un trafiletto titolato “Manifestini minatori” affissi a Chiaravalle, oltraggiosi contro i tedeschi e minacciosi contro i fascisti.

 

29 settembre (mercoledì) = appello del podestà di Ascoli TACCHI Venturi per la riconsegna ai tedeschi dell’apparecchio radio trasmittente “Dicat” trafugato dalla scuola Specialisti dell’Aeronautica e avvistato nella contrada Monterocco, pena rappresaglie contro la città. La notte del 30 la radio verrà riconsegnata da ignoti.

Alla stazione di San Benedetto del Tronto il sottotenente della Guardia di Finanza PAOLINI Gianmaria ferisce mortalmente un soldato tedesco, che stava con altri commilitoni allontanando dei ragazzi da un treno con il lancio di bombe a mano. Nel rapporto del comandante dei carabinieri, ten. colonnello CARLESI Enrico, al Prefetto, non si fa menzione dell’intervento di Paolini, ma si parla di ferimento accidentale e di tedeschi ubriachi.

 

30 settembre (giovedì) =