Volpini Valerio

Fano, 29 novembre 1923 – Ivi, 11 gennaio 2000

La famiglia abitava a Rosciano, alle porte di Fano, e coltivava a mezzadria pochi ettari di terreno “sufficienti per morire di fame in due: padrone e contadino”. Malgrado le difficoltà economiche Volpini studia, consegue l’abilitazione magistrale e si iscrive alla Facoltà di Magistero dell’Università di Urbino. Il 15 dicembre 1941 si arruola volontario con ferma ordinaria ed è ammesso al periodo preliminare del corso AUC presso il comando della coorte universitaria della MVSN di Urbino. Nel luglio 1943, con il grado di caporal maggiore, è lasciato in congedo illimitato provvisorio in attesa dell’ammissione effettiva al corso AUC. Dopo l’8 settembre stabilisce contatti con il CLN di Fano, si dedica al recupero di armi e dall’interno della caserma “Montevecchio” organizza la diserzione delle reclute della RSI insieme a un gruppo di giovani legati da amicizia fin dai tempi della scuola: Aldo Deli, Vincenzo Lombardozzi, Corrado Isotti, Sandro Giammattei, in collegamento all’esterno con Giannetto Dini e Gianni Pierpaoli. L’adesione di Volpini alla Resistenza nasce dal rifiuto del fascismo su basi morali e religiose legate alla sua militanza in ACI. “La Resistenza – dichiarerà in seguito – è stata innanzitutto un fatto spirituale; ha voluto essere la prova del valore dell’uomo contro il non-uomo, della ragione contro la follia bestiale (…), la ribellione di un popolo alle sopraffazioni e ai delitti di un regime autoritario e disumano”, un concetto in cui Italo Mancini ha ravvisato il fondamento teologico del diritto di resistere all’ingiustizia. In seguito a quanto accaduto alla caserma “Montevecchio” e al lancio di bome a mano contro la caserma “Paolini, in accordo con il CLN provinciale, che aveva deciso di organizzare alcune basi logistiche per lo sviluppo della guerriglia nell’Appennino umbro-marchigiano, alla fine di dicembre del 1943 Volpini raggiunge la zona di Cantiano dove erano già presenti alcuni nuclei partigiani che presto avrebbero dato vita ai primi due Distaccamenti, il “Picelli” e il “Gramsci”. Questa esperienza si esaurisce dopo alcune settimane quando il CLN di Fano lo richiama per occuparsi dei GAP e del FdG, nome di battaglia “il Prete”. A lui e ad Aldo Deli è da attribuire l’appello rivolto il 26 luglio 1944 Ai giovani Cattolici sul foglio clandestino del FdG, “Noi giovani liberi”, affinché aderiscano al Fronte per concorrere alla lotta antifascista e liberare il Paese da una “delle più immorali concezioni di vita ed uno dei sistemi più tirannici di convivenza civile”. Il 27 agosto 1944 Fano è liberata ma il 2 novembre Volpini si arruola volontario nel CIL, 68° Reggimento di Fanteria “Legnano”, IX Reparto d’Assalto, da cui è congedato il 20 agosto 1945 decorato della Croce al merito di guerra. Nel 1947 si laurea in Lettere e si dedica all’insegnamento negli istituti superiori. Si impegna in politica nella DC e avvia un’intensa attività pubblicistica e culturale: articoli di costume, saggi di critica letteraria, poesia, narrativa. Approda presto alla stampa nazionale ed entra in contatto con importanti personaggi della cultura e della politica, da Malaparte a Prezzolini, da Fanfani a Dossetti, La Pira, don Mazzolari. Nel 1955 cura con Elio Filippo Accrocca la prima Antologia poetica della Resistenza italiana, preceduta tre anni prima dagli Appunti pubblicati da Volpini sulla rivista” Civitas”.  Nel 1960 fonda a Fano il Circolo culturale “J. Maritain” e nel 1974 il periodico di cultura “Il Leopardi”. É eletto nel Consiglio comunale della sua città dal 1965 al 1970 e consigliere regionale dal 1970 al 1975. Il suo rapporto con la DC, a cui rimane iscritto fino al 1978 quando diventa direttore de “L’ Osservatore romano” e cittadino vaticano, manifesta autonomia non solo sui temi della cultura. Clamoroso, nel congresso provinciale della DC che si tenne a Pesaro il 17-18giugno 1961, lo scontro con Tambroni del quale chiese l’espulsione dal partito in quanto “interprete di un ordine sociale e politico antistorico, reazionario e antidemocratico”. Una richiesta provocata dai fatti del luglio ’60 e dal messaggio più profondo del Concilio Vaticano II.  Tuttavia, polemizza contro il monopolio culturale del “laicismo progressista”, lo “spirito del mondo” e l’arrendevolezza nel contrastare la crisi d’identità dei cattolici. Dirige “L’Osservatore” fino al 1984 durante il periodo tragico del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro, rimanendone profondamente segnato. Sulla Resistenza ritorna in diverse occasioni rivendicando il contributo dei cattolici che ritiene sottovalutato dalla storiografia. Non rivela una particolare inclinazione per il revisionismo storiografico e si avverte, piuttosto, l’influenza dell’“umanesimo integrale” di Jacques Maritain nel sottolineare che se la Resistenza aveva voluto “opporre pietà e fraternità all’odio e al potere degli aguzzini”, tuttavia doveva essere chiaro che sul significato della Resistenza come ribellione contro il tentativo di “annullare millenni di civiltà e sacro rispetto per l’uomo”, non si può confondere il vero con il falso.

Fonti: ASPU, Esercito Italiano, Distretto di Pesaro, Foglio matricolare di Volpini Valerio, n.14239; ASAPU, 01-7-89-b.126, fasc.89; 01-5-51 b.115, fasc.51; partigianiditalia.beniculturali.it/archivio/ (Ricompart).

Bibl.: V. Volpini-E. F. Accrocca (a cura di), Antologia poetica della Resistenza italiana, Landi, S. Giovanni Valdarno 1955; V. Volpini, La Resistenza e i cattolici, in “Il Leopardi,” n.10, marzo 1975; Idem, Sporchi cattolici, Rusconi, Milano 1976; Idem, Cloro al clero: imprudenze di un cattolico del consenso, Rusconi, Milano 1978; Idem, “Rimini, Rimini, strata Rimini”,  in “Memoria Viva”, Speciale 50°, 1993, pp.38-39; A. Angelucci, Il giornalista del Papa, in “Lo Specchio della Città “, Pesaro, marzo 1999; V. Volpini, È cominciato a Cantiano, in A. Ceripa (a cura di), Lotta partigiana. E antifascismo nel Comune di Cantiano, Melchiorri, Pesaro 2001 (II ed.), pp.27-30; G. Mosci, Valerio Volpini anni ’40 e ’50, in “Nuovi Sudi Fanesi”, n.16, 2002, pp.7-13; A. Deli (a cura di), Ricordo di Valerio Volpini, Atti del Convegno del 10 febbraio 2001, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, Fano 2002; V. Volpini, Due cronache, in Idem, La terra innocente, a cura di F. Ciceroni, il lavoro editoriale, Ancona 2002, pp.183-189; Valerio Volpini. Letteratura e società, Atti del Convegno nel decennale della scomparsa 2000-2010, Fano, Sala Verdi del Teatro della Fortuna 27 novembre 2010, “Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche”, n.153, settembre 2014; M. Papini, L’intelligenza della politica. Cento protagonisti del Novecento marchigiano, affinità elettive, Ancona 2016, pp. 339-341.

(E. T.)