Ugolini Odoardo

Pesaro, 27 settembre 1910 – Pesaro, 27 marzo 1973

 Risiedeva nella frazione di Santa Maria delle Fabbrecce, a un passo da Pesaro, dove gestiva una bottega di falegnameria artistica. Ugolini aveva frequentato le scuole tecniche e poi l’Accademia di Belle Arti a Roma. Il 12 aprile 1931 era chiamato alle armi e aggregato al Battaglione-Genio della Sardegna “specialità zappatori-minatori” e in seguito al 13° Centro automobilistico “Cagliari”. Per la riduzione della ferma a sei mesi è congedato il 18 ottobre 1931. Tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta aderisce al PCI e diventa tramite per gli emissari del partito che lo invitano a diffondere la stampa comunista clandestina e a stabilire contatti tra il gruppo di Pesaro e quello di Fano. Siamo nel periodo della “svolta” che richiedeva il contributo di nuovi militanti per ricostituire un minimo di efficienza del centro interno del partito decimato dagli arresti. Nel giro di qualche mese i gruppi si consolidano sia a Fano, con Venturini, Battistelli, Bertini, sia a Pesaro, con Mattioli, Fastiggi e Giardini. Tuttavia, nel gennaio 1933 l’organizzazione viene scoperta e Ugolini, fra i tredici processati dal Tribunale speciale, il 10 novembre è condannato a dieci anni di carcere per appartenenza al PCI e diffusione della stampa clandestina. Trascorre la detenzione nel penitenziario di Castelfranco Emilia e si dissocia dalla domanda di grazia avanzata da un suo familiare. É liberato, per amnistia, nel febbraio 1938, ma è sottoposto a libertà vigilata e a settembre espatria clandestinamente in Francia, a Parigi. Nella capitale francese stabilisce un forte legame amicale con Siro Lupieri e le sorelle Lea e Sparta Trivella unendosi sentimentalmente a quest’ultima. Fa parte, con Lupieri, del gruppo di Franc-Tireurs al comando di Piero Pajetta (“Nedo”) che combatte gli occupanti tedeschi. Subito dopo il 25 luglio 1943 rientra a Pesaro ed è indicato dal PCI come responsabile militare del partito e della formazione di quadri del partigianato comunista nella “scuola” organizzata a S. Pietro in Calibano (Villa Fastiggi), nome di battaglia “Abramo”. Nel giugno 1944, costituita la Divisione “Marche”, ne diventa commissario politico. Nel dopoguerra, legatissimo al PCI, dirige la scuola regionale del partito ad Ancona in cui aveva tenuto il primo corso nell’agosto-settembre 1944. L’anno successivo è inviato a Roma e poi in Calabria, a Cosenza e Reggio, in qualità di segretario di federazione nel periodo caldo dell’applicazione dei decreti Gullo e dell’occupazione delle terre. In seguito, si trasferisce a Milano ancora come “istruttore” della suola di partito e poi di dirigente sindacale.

Fonti: Fonti: ACS-CPC, B.5263 (1933-1943), copia del fasc. in ASAPU, Antifascismo Provincia di Pesaro-Urbino (1921-1943), 01-9-5-bb.152-156-fasc.5 (ACS b.1, fasc.29); ASPU, Esercito Italiano, Distretto di Pesaro, Foglio matricolare di Ugolini Odoardo, n.14676; Anppia (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen; A. Dal Pont et allii, Aula IV. Tutti i processi del Tribunale Speciale fascista, Milano, La Pietra 1976, Sentenza n.29 del 10 novembre 1933.

Bibl.: L. Borrione-S. Pallunto, Due famiglie nella Resistenza francese e italiana, in G. Pedrocco, P. Sorcinelli, Filandaie partigiani porto lotti tra storia e memoria. Note di storia contemporanea della provincia di Pesaro-Urbino, Sezioni di Pesaro dell’Anpi, Anppia, Irsmlm, Quaderno 2, Pesaro 1981, pp.87-97; Cigognetti-P. Giovannini, Tra due processi. Itinerari e strategie dell’antifascismo pesarese negli anni trenta, in P. Giannotti (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel regime fascista. Luoghi, classi e istituzioni tra adesione e opposizione, Il Lavoro Editoriale, Ancona 1986, pp.94-96; Idem, Per una storia dell’antifascismo pesarese, Ibid., pp.281; R. Lucioli, Dalla Rinascita alla crisi (1944-1956), in M. Papini (a cura di), C’era una volta il Pci. Storia della federazione anconetana (1944-1991), vol.I, p.18.

(E. T.)