Trivella Sparta

La Spezia, 13 febbraio 1914 – Pesaro, 13 marzo 2001

La famiglia di Sparta Trivella risiedeva a La Spezia, ma era originaria di Cascina (Pisa). Il padre, Ranieri, socialista e segretario della Federazione ligure edili ed affini, nel novembre 1922 era emigrato a Parigi dove nell’aprile dell’anno successivo lo raggiunge la famiglia. All’epoca Sparta aveva nove anni, Atene, la sorella maggiore, diciannove, e Lea, la più piccola, cinque. Negli anni Trenta, molto giovane, inizia a frequentare gli ambienti dei fuoriusciti antifascisti organizzati nell’UPI e in Fraternité costituita da antifascisti polacchi e tedeschi soprattutto ebrei. Aderisce ben presto al PCI e conosce fra gli altri, Giuliana Nenni, Teresa Noce e Xenia Silberberg (Marina Sereni). Nel 1940, dopo la disfatta della Francia, Parigi è occupata dai tedeschi e Sparta Trivella, con la sorella Lea, Siro Lupieri e il compagno Odoardo Ugolini è nel gruppo del maquis organizzato da Piero Pajetta (“Nedo”). Distribuisce stampa clandestina, nasconde armi e appoggia azioni di guerriglia urbana. Alla caduta del fascismo su disposizione del PCI, che invitava i propri militanti a rientrare in Italia, Sparta lascia Parigi e il 23 agosto 1943 raggiunge Pesaro ospitata dai parenti del compagno Ugolini nella frazione di Santa Maria delle Fabbrecce. Quando all’indomani dell’8 settembre la situazione precipita è attiva nei Gruppi di difesa della donna di S. Pietro in Calibano (Villa Fastiggi) e di Villa S. Martino. I primi di febbraio 1944, è arrestata con i cognati Siro Lupieri e Marino Mondini, dalla milizia fascista e trascorre un mese nel carcere di Rocca Costanza. L’8 marzo 1944 promuove la Giornata internazionale della donna con un piccolo raduno lungo il fiume Foglia. Nel dopoguerra fa parte del Comitato provinciale dell’UDI di Ancona e al congresso del 5 ottobre 1945 è eletta nel Comitato federale del PCI che le affida la responsabilità del lavoro politico fra le donne. In questa veste denuncia con forza i limiti del partito sulla questione femminile e propone di consentire alle “compagne” di frequentare le scuole di partito. Per tutta la seconda metà degli anni Quaranta e cinquanta il suo lavoro politico è dedicato al partito e all’UDI. Nel gennaio del 1949 il Comitato regionale del PCI la invia a Macerata che con Ascoli era la provincia dove la militanza femminile e l’adesione al partito erano più problematiche. Nel 1946 c’è una parentesi nella sua presenza nelle Marche che si interrompe per raggiungere la Calabria insieme al compagno Ugolini inviati dal partito a Cosenza per seguire le lotte contadine, e nelle elezioni per la Costituente Sparta è candidata dal PCI nella circoscrizione di Catanzaro-Cosenza-Reggio Calabria. Intensa è la sua attività nell’UDI e nella Federazione democratica internazionale femminile presso cui lavora a Berlino dal 1953 al 1960 collaborando anche alla redazione e traduzione del periodico della Federazione “Femmes du monde entier”. Nel 1955 compie un viaggio in Cina incontrando le rappresentanti provenienti da tutto il mondo per un’indagine sulla condizione femminile. Non abbandona l’adesione al PCI e milita nell’ANPI, ma nel 1963 rinuncia alla carriera di funzionario per concentrarsi soprattutto sulle problematiche dell’emancipazione femminile, l’istituzione di una rete di servizi sociali a sostegno delle donne e degli anziani e sulle iniziative dell’Associazione Casa delle donne di Pesaro della quale nel 1988 è tra le socie fondatrici e presidente.

Fonti: siusa.archivi.beniculturali.it/inventari, Archivio Sparta Trivella, Inventario, a cura di A. Zaffini, Unione donne in Italia sede Pesaro 2007; ASAPU, Relazione sull’attività svolta durante l’occupazione tedesca dalle sorelle Sparta e Lea Trivella, 01-7-45-b.129-fasc.45-1.

Bibl.: Resistenza e Liberazione nelle Marche. Atti del I Convegno di studio nel XXV della Liberazione, Argalìa, Urbino 1973, pp.93-99; L. Borrione –S. Pallunto (a cura di), Due famiglie nella Resistenza francese ed italiana in G. Pedrocco, P. Sorcinelli, Filandaie partigiani portolotti tra storia e memoria. Note di storia contemporanea della provincia di Pesaro-Urbino, Sezioni di Pesaro dell’Anpi, Anppia, Irsmlm, Quaderno 2, Pesaro 1981, pp.87-97; S. Trivella, Son contenta di essere nata femmina, Prefazione di G. Bravetti Magnoni, Riccione, La sfera celeste 1990; P. Gabrielli, “Il club delle virtuose”. Udi e Cif nelle Marche dall’antifascismo alla guerra fredda, Ancona, Il Lavoro Editoriale2000, ad indicem; M. Papini (a cura di), Cera una volta il Pci. Storia della Federazione anconetana (1944-1991), voll. 2, Ancona, affinità elettive 2011, ad indicem; A. Zaffini, Lea e Sparta Trivella. Rilettura di percorsi politici attraverso le carte d’archivio, in L. Gorgolini (a cura di), Fatiche e passioni. Storie di donne in provincia di Pesaro e Urbino, Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, a. XXVII (2012), n.110, pp.205-227; Trivella Sparta, in L. Pupilli-M. Severini (a cura di), Dizionario biografico delle donne marchigiane (1815-2018), II ed., Ancona, Il Lavoro Editoriale 2018, pp.311-313; A. Amirante et alii (a cura di), Donne senza storia. Profili di donne di provincia fra otto e novecento, affinità elettive, Ancona 2018, ad nomen.

(E. T.)