Tonucci Celso

Sant’ Ippolito, 17 novembre 1899 – Puerta de Hierro (Madrid), novembre 1936*

Frequenta solo le prime classi delle scuole elementari ed intraprende presto il lavoro di muratore che alterna occasionalmente con quello di bracciante. Nel giugno 1917, richiamato alle armi e arruolato nel 14° Reggimento Bersaglieri (70° Reparto d’assalto e 6° Reparto arditi), è inviato in territorio di guerra e congedato il 2 marzo 1921. Nell’acceso clima politico del dopoguerra aderisce al movimento degli Arditi del popolo e si iscrive al PCd’I di Fossombrone. La cittadina metaurense è nel mirino degli squadristi di Raffaello Riccardi che la considera strategica per la penetrazione nell’entroterra appenninico. I tragici fatti dell’ottobre 1922 e l’efferato assassinio di Giuseppe Valenti nel contrasto dello squadrismo fascista convincono Tonucci a emigrare legalmente in Francia. Lavora come minatore ma è impegnato nei gruppi italiani dell’emigrazione antifascista e per questo nel 1929 è raggiunto da un decreto di espulsione. Si sposta allora in Belgio, Olanda e Lussemburgo che gli rifiutano il permesso di soggiorno. Vive quindi a Parigi in clandestinità impegnandosi dal 1934 per un’intesa tra comunisti e socialisti. Membro del Comitato dei gruppi comunisti dell’Île-de-France, nel gennaio 1935 è arrestato per contravvenzione al decreto di espulsione. Dopo il rilascio non abbandona la capitale spostandosi però continuamente per sottrarsi alla sorveglianza della polizia. Ai primi di ottobre 1936 è tra i primi a raggiungere la Spagna per arruolarsi ad Albacete nel Battaglione “Garibaldi”, nome di battaglia “Mitraglia”. Il responsabile dell’ufficio quadri del PCE, Pietro Cesare Pavanin, nel suo rapporto lo descrive come “molto attivo e coraggioso, per il suo buon carattere era amato e stimato da tutti i volontari; quello che possedeva lo divideva con i compagni vicini”. Aggregato alla III Compagnia del Battaglione come caposquadra per la sua affidabilità, ricevette in seguito la promozione a “sergente comandante di sezione” ed infine di “sottotenente di collegamento”. Prese parte all’attacco della Casa Rossa a Puerta de Hierro durante la difesa di Madrid nel corso della quale rimase ucciso.

*Le fonti indicano tre diverse date: 17, 22 e 23 novembre

Fonti: ACS-CPC, B.5155, fasc.032277 (1929-1939); ASPU, Esercito Italiano, Distretto di Pesaro, Foglio matricolare di Tonucci Celso, n.10320; ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen; www.antifascistispagna.it

Bibl.: R. Lucioli, Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna. (1935-1939), Anpi Marche-Irsmlm, Ancona 1992, pp.130-131; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, AICVAS, Roma 1996, p.462.

(E. T.)