Tocchini Giuseppe

Apecchio, 25 maggio 1895 – Ivi, 30 marzo 1982

La famiglia risiede nella frazione di Serravalle di Carda sovrastata dal monte Nerone e Tocchini, dopo la terza elementare, inizia a lavorare nei campi. Appena sedicenne emigra in Francia da cui rientra nel gennaio 1915 per essere arruolato nel 74° Reggimento di Fanteria e inviato al fronte sull’altopiano di Asiago dove è fatto prigioniero. Rimpatriato dopo l’armistizio, il 19 gennaio 1919 è inviato al Deposito del 94° Reggimento Fanteria di Bra (Cuneo). Vi rimane tre mesi dopo i quali è trasferito al Deposito di Fano fino al congedo che ottenne il 30 ottobre 1919. L’avversione del fascismo lo spinge a emigrare in Belgio, tanto più che è iscritto in Rubrica di Frontiera per “attività comunista”. Lavora nelle miniere del Roton, nel piccolo comune vallone di Farciennes, ma nel 1930 si trasferisce a Ransart, un sobborgo di Charleroi. Qui continua a lavorare come minatore nelle miniere di Momboury e aiuta la moglie nella gestione di un bistrot. A partite da questo momento diventa politicamente più attivo: continua a collaborare con il Soccorso rosso internazionale e distribuisce il foglio “Il Riscatto”, diffuso in tre mila copie, in una realtà dove l’emigrazione antifascista è molto presente al punto che il trenta per cento degli iscritti al PCB sono italiani. Tocchini si espone molto e il suo bistrot diventa punto di incontro di militanti e dirigenti comunisti; è iscritto al sindacato minatori e partecipa, come responsabile del gruppo italiano del bacino di Charleroi, ai congressi del PCB. Un comportamento, all’attenzione della polizia che registra i suoi movimenti ed è a conoscenza delle riunioni della cellula comunista di Ransart, che nel settembre 1932 provoca l’espulsione di Tocchini dal territorio belga. Si sposta allora in Francia, ad Alès, una cittadina occitana del Dipartimento del Gard, forse per la presenza di stabilimenti siderurgici in cui non era difficile trovare lavoro. Il 19 agosto 1936 è in Spagna per difendere la Repubblica ed è arruolato nella colonna “Rosselli”, nota come sezione italiana della colonna “Ascaso”, e in seguito nella IV Compagnia del Battaglione “Garibaldi”. Prende parte a diverse battaglie: Monte Pelato, Jarama, Guadalajara, Morata de Tajuña. Rimane ferito due volte e nella primavera del 1937 è assegnato ai servizi ausiliari ad Albacete, Compagnia deposito e smistamento, e l’anno successivo è inviato a Barcellona a disposizione dell’amministrazione centrale delle Brigate Internazionali che gli affida l’incarico di delegato politico nella Caserma “Las Planas”. Secondo i documenti dell’archivio del Comintern, invece, dopo il periodo trascorso ai servizi ausiliari, sarebbe passato alla XV Brigata Internazionale. Nel gennaio-febbraio 1939 partecipa alla difesa di Barcellona dopo la quale la sua presenza in Spagna si conclude con il ritorno in Francia. Arrestato, è internato a Saint Cyprien, Argelés-sur-Mer, Vernet e Gurs fino all’agosto 1941 quando è consegnato alla polizia italiana e tradotto a Pesaro. La Commissione provinciale il 9 ottobre, in quanto combattente antifranchista, lo condanna a cinque anni di confino da trascorrere a Ventotene. Liberato il 23 agosto 1943, ritorna a Serravalle e dai primi di dicembre organizza i primi fuochi di guerriglia e si distingue come affidabile comandante del Distaccamento “Tumiati” della V Brigata Garibaldi “Pesaro”. Nel dopoguerra non si hanno notizie di una sua attiva partecipazione alla vita politica.

 Fonti: ACS-CPC, B.5110, fasc.047055 (1930-1941); ASPU, Esercito Italiano, Distretto di Pesaro, Foglio matricolare di Tocchini Giuseppe, n.192; ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen; www.antifascistispagna.it

Bibl.: Provincia di Pesaro e Urbino-Anpi Provinciale (a cura di), La 5^ Brigata Garibaldi “Pesaro”, Pesaro 1980, p.17; L. Cicognetti-P. Giovannini, Per una storta dell’antifascismo pesarese. Biografie politiche, in P. Giannotti (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel regime fascista. Luoghi, classi e istituzioni tra adesione e opposizione, Il Lavoro Editoriale, Ancona 1986, p. 280; R. Lucioli, Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna. (1935-1939), Anpi Marche-Irsmlm, Ancona 1992, pp.127-128; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, AICVAS, Roma 1996, p.459.

(E. T.)