Scatassa Carlo

Pesaro, 27 febbraio 1903 – Ivi, 4 agosto 1980

Frequenta la scuola elementare e conseguita la licenza intraprende il mestiere di falegname. Giovanissimo è influenzato politicamente dall’anarchismo, ma coltiva rapporti con tutti gli ambienti del sovversivismo fin dal “biennio rosso”. Assolve gli obblighi di leva dal 7 marzo 1923 al 28 febbraio 1924 nel 27° Reggimento artiglieria da campagna di Novara ottenendo in anticipo il congedo illimitato provvisorio. È vigilato dalla polizia e più volte fermato per cui nel settembre 1924 espatria legalmente in Francia. Rientra in Italia nell’agosto 1925 ma a Torino è fermato dalla polizia e trovato in possesso di “materiale sovversivo” è costretto con foglio di via obbligatorio a raggiungere Pesaro. Nel novembre 1926 è arrestato a Roma per motivi di sicurezza e omessa denuncia del possesso di armi rinvenute a San Pietro in Calibano dove abita. Tradotto a Pesaro è detenuto fino al settembre 1927. Il Tribunale speciale lo rinvia alla giurisdizione ordinaria con sentenza del 16 novembre 1927 e il Tribunale di Pesaro lo condanna, insieme ad altri due, a tre mesi di arresto, ma in appello la pena è ridotta a 15 giorni e in seguito è prosciolto per amnistia. La sua situazione comunque si fa pesante e nel novembre 1930 emigra di nuovo legalmente in Francia, a Nanterre, vicino a Parigi svolgendo lavori occasionali. Nel 1934 riceve un decreto di espulsione per l’attività antifascista nei gruppi dell’emigrazione italiana, ma non lascia la Francia fino a settembre 1936 quando raggiunge la Spagna per difendere la Repubblica contro il golpe franchista. Non si hanno notizie precise, ma fonti della polizia lo ritengono arruolato nelle milizie repubblicane almeno fino al luglio 1938 e, non a caso, per questo è iscritto in Rubrica di Frontiera come persona da “perquisire e segnalare” a cui il 24 ottobre si aggiunge “da arrestare”. Rientrato in Francia è carcerato per contravvenzione al decreto di espulsione del 1934. Rimane in carcere per otto mesi e posto di fronte alla scelta di arruolarsi nell’esercito francese o essere internato decide di tornare in Italia con foglio di via del Consolato consegnandosi a Bardonecchia alla polizia italiana. La Commissione provinciale di Pesaro lo condanna a cinque anni di confino alle isole Tremiti dove nel 1942 subisce una condanna della Pretura di Manfredonia per non avere rispettato gli obblighi previsti per i confinati. Liberato nel settembre 1943, non partecipa alla Resistenza e non si hanno notizie nel dopoguerra di una sua attiva partecipazione alla vita politica.

Fonti: ACS-CCP, B.4679, fasc.02203 (1927-1942); ASPU, Esercito Italiano, Distretto di Pesaro, Foglio matricolare di Scatassa Carlo, n.20195; ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen; www.antifascistispagna.it

Bibl.: R. Lucioli, Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna. (1935-1939), Anpi Marche-Irsmlm, Ancona 1992, pp.115-116; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, AICVAS, Roma 1996, p.422-423.

(E. T.)