Rovinelli Remo

Fano, 18 marzo 1901 – Ivi, 29 dicembre 1979

 Operaio specializzato dell’azienda del gas, è il più “vecchio”, anche per la militanza che risale alla seconda metà degli anni Venti, del gruppo di giovani fanesi che dall’autunno del 1932 tentano di organizzare in città cellule comuniste clandestine per stampare e diffondere documenti di propaganda contro gli inganni e le illegalità del fascismo e invitare la classe lavoratrice a prenderne coscienza e agire di conseguenza. Ed è Rovinelli  che stabilisce il primo contatto con un emissario del centro estero del PCI che trasmette istruzioni coinvolgendo il gruppo di amici del “Caffè delle Scienze” – Bruno Venturini, Silvio Battistelli, Mariano Bertini  –  e il pesarese Odoardo Ugolini. In La caduta di un’organizzazione, così Rovinelli descrive l’incontro: “Il compagno non dice il suo nome: incomincia a spiegarci come ci dobbiamo muovere, essere molto cauti, formare delle cellule composte di tre soli compagni (…). Intanto apre la valigia e alzando il fondo scopriamo che era pieno di stampe che il compagno ci diede; erano le prime stampe clandestine che noi vedevamo e che dovevamo propagandare in mezzo alla popolazione mettendole nelle cassette delle lettere, dietro i portoni e infilarle nelle finestre, ma mai gettarle per strada allo sbaraglio perché erano costate enormi sacrifici e non dovevano andare perdute”. Rovinelli si incarica della diffusione fra gli ortolani e i portolotti ma i primi di febbraio 1933 le superficialità cospirative consentono alla polizia di smantellare l’intera struttura clandestina organizzata a Fano e a Pesaro. Rovinelli è deferito al Tribunale speciale che il 10 novembre lo condanna a sette anni di carcere, la pena più alta dopo quella a dieci anni comminata a Venturini, Battistelli, Bertini e Ugolini. Tornato in libertà, ma vigilato, dopo l’8 settembre è nel gruppo dirigente antifascista che costituisce il CLN di Fano e Basso Metauro ed è attivo nella SAP di Montemaggiore al Metauro. Nel dopoguerra rimane un militante del PCI per conto del quale ricopre incarichi negli enti locali.

Fonti: ASA PU, 01-7-73-b.134, fasc.73; A. Dal Pont et allii, Aula IV. Tutti i processi del Tribunale Speciale fascista, Milano, La Pietra 1976, Sentenze n.29 del 10 novembre 1933.

Bibl.: E. Rovinelli, La caduta di un’organizzazione, in Società fascismo antifascismo nel Pesarese. 1900-1940, Anpi- Anppia-Irsmlm, Quaderno 1, Pesaro1980, pp.35-38; L. Cicognetti-P. Giovannini, Per una storia dell’antifascismo pesarese. Biografie politiche, in P. Giannotti (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel regime fascista. Luoghi, classi e istituzioni tra adesione e opposizione, Il Lavoro Editoriale, Ancona 1986, p.277; Idem, Tra due processi. Itinerari e strategie dell’antifascismo pesarese negli anni trenta, Ibid., pp. 79-109.

(E. T.)