Pieretti Giuseppe

Cagli, 10 settembre 1891 – Ivi, 12 agosto 1965

 Nel 1915, per evitare la chiamata alle armi emigra in Uruguay dove lavora in una fabbrica di cui è proprietario un parente e rientra a Cagli alla fine della guerra. La sua formazione politica di militante e propagandista instancabile risente dell’influenza dell’ambiente politico di Cagli permeato dal sovversivismo di matrice anarchica e repubblicana, dal socialismo e dal rifiuto popolare del fascismo. Pieretti nel 1921 aderisce al PCd’I e ne fonda la sezione a cui aderiscono buona parte della base socialista e la maggioranza dei consiglieri comunali. È sindaco facente funzione quando è coinvolto nell’aggressione organizzata dallo squadrista Raffaello Riccardi contro la “cittadina ribelle” nel febbraio del 1922. Per evitare di essere arrestato lascia Cagli e dopo la marcia su Roma espatria clandestinamente in Francia un mese prima della condanna a quattordici anni di reclusione pronunciata dalla Corte d’Assise di Pesaro per “mancato omicidio” al termine di un processo farsa le cui conseguenze saranno estinte con l’amnistia del dicembre 1925. Intanto per Pieretti era iniziato il lungo periodo dell’emigrazione denso di attività cospirativa e di espedienti per sottrarsi alle attenzioni della polizia. Vive a Parigi sotto falso nome mantenendosi con i lavori più diversi. Nel 1921 ripara in Belgio, perché il consolato italiano, prima dell’amnistia, ne aveva chiesto l’estradizione. Lavora come rappresentante di commercio, attività che gli consente di giustificare i suoi spostamenti da una località all’altra per organizzare la propaganda antifascista e incontrare i fuoriusciti. Fonda, con altri, la Lega italiana antifascista del Belgio, ma l’8 dicembre 1926 viene arrestato e poi espulso. Rimane comunque in Belgio per diversi mesi prima di trasferirsi in Lussemburgo e in Germania, nella Saar, dove si impegna nell’attività sindacale a favore dei minatori. Attorno al 1930 torna a Parigi a disposizione del centro estero del PCI che gli affida la responsabilità della stampa clandestina nella zona della capitale e di amministratore de “Lo Stato Operaio”. Nel 1936 partecipa al dibattito nel PCI sulla guerra d’Etiopia e vive lo sbandamento politico-ideologico del gruppo dirigente provocato dall’appello, pubblicato da “Lo Stato Operaio”, per una sorta di riconciliazione del popolo italiano da attuare assumendo il programma diciannovista del fascismo. Il colpo di stato franchista e l’inizio della guerra civile in Spagna, spingono Pieretti a organizzare gli aiuti ai repubblicani spagnoli e alle Brigate internazionali facendo pervenire armi, viveri e materiale di propaganda. Continua a vivere illegalmente in Francia fino al maggio del 1938 quando viene arrestato per non avere dato seguito all’ennesimo provvedimento di espulsione. È detenuto per sei mesi alla Santé e poi rilasciato e tuttavia è ancora a Parigi quando vi arrivano i tedeschi. Sfugge di nuovo all’arresto ma nel luglio del 1942 è la Gestapo ad occuparsi di lui. Tradotto in Italia il 1° marzo è trasferito a Pesaro per essere assegnato a cinque anni di confino a Ventotene. Caduto il fascismo, il 23 agosto 1943 è rimesso in libertà e raggiunge Cagli dove si impegna, da subito, a infondere coraggio agli antifascisti e dopo l’8 settembre è membro del CLN e attivo nel sostenere la lotta armata della V Brigata Garibaldi “Pesaro”. Cagli è liberata il 22 agosto 1944 e dopo l’insediamento di una Giunta provvisoria, il 18 gennaio 1945 Pieretti è il sindaco espresso dal CLN. In questo incarico sarà poi confermato nelle elezioni amministrative del 24 marzo 1946. Nel 1951 è eletto consigliere provinciale ed è assessore supplente nella Giunta Pierangeli, incarichi in cui si distinse per il suo dinamismo e illimitato impegno a favore della comunità cagliese e del PCI a cui rimase legatissimo.

 Fonti: ACS-CPC, B.3957 (1921-1943); ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen.

Bibl.: R. Lucioli, Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna. (1935-1939), Anpi Marche-Irsmlm, Ancona 1992, p.103-104; Idem, Giuseppe Pieretti, in M.Papini (a cura di) Biografie di comunisti marchigiani: da Livorno alla clandestinità, “I Quaderni”. Trimestrale dell’Istituto Gramsci Marche, n.6,1993; S. Marelli, Atmosfere e figure della “vecchia” Cagli, Prima serie, Fano, Editrice Fortuna 1993, pp.67-68.

(E. T.)