Mari Giuseppe

Urbino, 30 dicembre 1911 – Pesaro, 20 settembre 2002

Nel 1930 si diploma all’Istituto “B. Baldi” di Urbino, e nel 1938 si laurea in Pedagogia all’Università di Torino e si dedica all’insegnamento. È stato suo malgrado, da persona schiva che mascherava l’autorevolezza dietro tratti di grande umanità e semplicità, un personaggio della Resistenza e della politica pesarese e regionale. A lui si deve il primo quadro d’insieme della lotta partigiana nelle Marche. Il suo Guerriglia sull’Appennino apriva, a metà degli anni Sessanta, una stagione storiografica sul movimento di Liberazione densa di positivi sviluppi. Nello stesso periodo aveva dato alle stampe La Resistenza in provincia di Pesaro e la partecipazione degli jugoslavi e con Padellino e Due ragazzi contro le SS pubblicava i primi e rari libri per ragazzi ispirati alla Resistenza. Il suo antifascismo risaliva a prima della guerra e diventa coscienza politica tra il 1943 e il 1944 e l’adesione al PCI può considerarsi come la conclusione di un percorso forse più meditato rispetto a quello di altri più giovani di lui, il cui apprendistato politico era avvenuto nel corso della lotta armata. L’8 settembre sorprende Mari ad Albinia di Orbetello al comando della VI Batteria costiera. Alla intimazione dei tedeschi di consegnare le armi ordinò al reparto di reagire costringendoli a ritirarsi. Per questo sarà decorato con la medaglia d’argento al valor militare. Quando il reparto si scioglie raggiunge Urbino e dalla fine del 1943 organizza la lotta armata al comando del II Battaglione della V Brigata Garibaldi “Pesaro”, nome di battaglia di “Carlo”. Nel luglio del 1944 tentò di opporsi agli ordini del Comando alleato di Umbertide che aveva ordinato alla V Brigata di raggiungere il fronte a Pietralunga. A suo parere le formazioni dovevano rimanere lungo i rilievi a nord del fronte affinché mentre il fronte risaliva, i partigiani avrebbero potuto facilitare “un’azione di grande valore militare sulla linea Gotica”. Era vero, rifletteva Mari, che c’era una spinta spontanea a raggiungere il fronte, ma andava spiegato che precedendo l’avanzata alleata si sarebbero potute liberare Urbino, Fano e Pesaro. Quando la Brigata il 15 luglio fu disarmata dagli Alleati non nascose tutta la sua amarezza e delusione consegnate al diario che tenne di quelle convulse giornate: “Qui sanno ben poco di quello che abbiamo fatto, ci considerano poco più che vagabondi, volendoci fare un favore ci assomigliano a dei banditi”. Nell’agosto del 1944 è nominato vicecomandante della Divisione Garibaldi “Marche” e il 2 settembre il Cln regionale gli affida il comando della Divisione. Nell’immediato dopoguerra è eletto consigliere comunale di Pesaro e diventerà assessore nell’ultimo anno della legislatura. Dal dicembre 1947 al maggio 1951 ricopre l’incarico di segretario provinciale del PCI quando viene chiamato da Massola a dirigere la federazione di Ancona, incarico che conserverà fino al 1956. Nelle elezioni provinciali del 27-28 maggio 1956 risultò eletto nel collegio di Urbino II e il 21 giugno il Consiglio provinciale lo elesse assessore di una Giunta social-comunista guidata, come la precedente, da Pierangeli che inaspettatamente si dimise il 25 febbraio 1957 sostituito da Mari. La sua presidenza lasciò un’impronta personale nell’attenta gestione finanziaria e soprattutto per nuove iniziative culturali. Positivo è stato anche il suo impegno per promuovere lo studio della situazione socioeconomica della provincia arricchendone il quadro conoscitivo per inserirlo nel dibattito regionale e nazionale. Il 18 maggio 1959 si dimetteva per impedire la formazione di una Giunta di centrosinistra passando la mano al socialista Lottaldo Giuliani. Rimarrà nel Consiglio provinciale in successive legislature, con incarichi assessorili dal 1970 al 1980. Lasciata la politica attiva si ritira a vita privata accentuando il suo impegno in ambito letterario conservando, tuttavia, forti e fattivi legami con l’ANPI e l’ISCOP.

Fonti: ISCOP, FGM, G.Mari, Albinia di Orbetello.8settembre, 1-28-b.6-fasc.13-9; V Brigata Garibaldi, Ivi, fasc.13-19; Come ha combattuto la Divisione Garibaldi “Marche”, Ivi, fasc.13-24; Brigata “Pesaro” II Battaglione, Ivi, fasc.13-31; Lettera di Giuseppe Mari a Wolframo Pierangeli del 27 aprile 1965, 1-27-b.6-fasc.12-7; partigianiditalia.beniculturali.it/archivio/ (Ricompart).

Bibl.: G. Mari, Padellino, Illustrazioni di B. Leporini, Milano-Sera, Milano 1949 (ristampa: Metauro Edizioni, Fossombrone 2003); Idem, Due ragazzi contro le SS, ANPI, Roma 1959; Idem, La Resistenza in Provincia di Pesaro e la partecipazione degli jugoslavi, Prefazione di G. De Sabbata, Arti Grafiche Federici, Pesaro, 1964; Idem, Guerriglia sull’Appennino. La Resistenza nelle Marche, Prefazione di E. Santarelli, Argalìa, Urbino 1965; Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, La Pietra, Milano 1976, vol.III, ad nomen; G. Mari, In quei tempi lontani, in “Pesaro-Urbino”. Periodico dell’amministrazione provinciale,4/1982; R. Giacomini, Storia della Resistenza nelle Marche. 1943-1944, affinità elettive, Ancona 2020, ad indicem; P. Giannotti-E. Torrico, Le scelte politiche dell’Amministrazione Provinciale di Pesaro-Urbino nella prima metà del Novecento, in A. Varni (a cura di), La Provincia di Pesaro-Urbino nel Novecento. Caratteri, trasformazioni, identità, Marsilio, Venezia 2003, pp.701-736; R. Lucioli, Dalla rinascita alla crisi 1944-1956, in M. Papini (a cura di), C’era una volta il Pci. Storia della federazione anconetana 81944-1991, affinità elettive, Ancona 2011, vol.I, pp.85-92,104-112; E. Torrico, Politica e Amministrazione. Il Comune di Pesaro dalla ricostruzione allo sviluppo (1944-1964), QuattroVenti, Urbino 2012, pp.31-44; M. Papini, L’intelligenza della politica. Cento protagonisti del Novecento marchigiano, affinità elettive, Ancona 2016, pp.191-193.

(E. T.)