Mari Giovanni

Urbino, 16 luglio 1899 – Murcia, 12 giugno 1937

Muratore, aderisce al PCd’I nel contesto politicamente acceso del dopoguerra caratterizzato anche a Urbino da gravi problemi occupazionali che alimentavano il sovversivismo e istintivi sentimenti di rivolta contro l’aggressione squadristica del fascismo e la connivenza degli apparati dello Stato. Il 7 aprile 1921 Mari è denunciato per il tentato omicidio di due carabinieri durante gli scontri con la forza pubblica avvenuti a Casinina di Auditore, nella valle del Foglia, in occasione della fiera. Vennero arrestati sei “rivoltosi” due dei quali feriti e per questo la CdL di Urbino proclamò uno sciopero generale di protesta. Mari sfugge all’arresto e a luglio è condannato in contumacia a 16 anni e 15 giorni di reclusione e a trecento lire di multa, pena in seguito ridotta ed infine estinta in ragione del R.D. 31 ottobre 1921 n.2278 di “amnistia e indulto per reati comuni e militari”, in realtà per tutti i reati determinati da movente politico o commessi in occasione di agitazioni e conflitti di carattere economico-sociale. Un colpo di spugna sui crimini dello squadrismo fascista in nome della “ripristinata convivenza sociale” e per completare l‘ “opera di pacificazione”. L’ondata repressiva contro i comunisti con migliaia di arresti, spinse Mari nel luglio del 1924 ad emigrare legalmente in Belgio, a Charleroi, dove trova lavoro nella miniera di Appaumèe. L’ufficio quadri delle Brigate Internazionali lo dà invece residente a Eysden, località olandese della provincia del Limbrugo, a pochi chilometri dal confine belga e molto stringate sono le informazioni su di lui descritto come appartenente al PCd’I e poco conosciuto. Ed in effetti si conosce poco della sua attività politica ma avrebbe frequentato le riunioni del partito comunista belga a cui erano iscritti diversi emigrati italiani. Forse non era particolarmente sorvegliato ma la polizia segnala alcuni suoi spostamenti in Francia e in Belgio. Nel gennaio del 1937 raggiunge la Spagna e il 30 di quello stesso mese è arruolato nella compagnia italiana del Battaglione “Dimitrov”. Prende parte alla battaglia del Jarama e ferito a Morata de Tajuña, a nord-est di Guadalajara, muore il 12 giugno all’ospedale di Murcia.

Fonti: ACS-CPC, B.3055 (1921-1940); ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen; www.antifascistispagna.it.

Bibl.: R. Lucioli, Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna. (1935-1939), Anpi Marche-Irsmlm, Ancona 1992, pp.73-74; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, AICVAS, Roma 1996, p.289.

(E. T.)