Lugli Bruno

Urbino, 21 luglio 1901 – Villanueva del Pardillo, 16 luglio 1937

La famiglia, di tradizioni mazziniane, ebbe un’influenza importante sulla sua formazione politica che nell’adolescenza gli fu trasmessa nel ”clima eroico” del vecchio Partito repubblicano. Lugli aveva frequentato solo la scuola elementare fino alla sesta classe preferendo la scelta del mestiere di meccanico-elettricista. Nel primo dopoguerra è segretario del Circolo giovanile repubblicano di Pesaro e prende parte attiva agli eventi a sfondo antimilitarista che si verificano a Pesaro tra il 25 e il 30 giugno 1920 per solidarietà con la rivolta dell’11° Reggimento dei bersaglieri della caserma Villarey di Ancona che avevano rifiutato l’imbarco per l’Albania. Socialisti, repubblicani, anarchici e sindacalisti rivoluzionari chiedevano con forza la proclamazione di uno sciopero generale e Lugli fu tra i promotori dell’assalto al corpo di guardia della polveriera “Angherà”. Per evitare l’esecuzione di un mandato di cattura, si rese latitante fino a quando il l2 febbraio 1921 la Corte d’Assise di Urbino non lo mandò assolto. Ma i fascisti lo minacciavano e gli rendevano la vita impossibile e quindi si trasferì a Roma Qui lavora in proprio e si dedica all’attività politica nel PRI e alla collaborazione con il foglio “Alba repubblicana”. Nella capitale fa parte del gruppo ristretto che frequenta Randolfo Pacciardi, all’epoca segretario del movimento antifascista “Italia libera”, e dopo il delitto Matteotti organizza un attentato contro Mussolini che non andò a buon fine. Dopo un arresto e i sospetti dell’OVRA nei suoi confronti, nel 1932 Lugli decide di espatriare clandestinamente in Svizzera, prima a Lugano, dove ritrova Pacciardi, e poi a Ginevra. Si avvicina ai gruppi di “Giustizia e Libertà”, conosce, tra gli altri, Emilio Lussu ed entra in corrispondenza con lui, ma conserva saldi rapporti con il PRI partecipando nel marzo del 1934 al congresso di Lione. Dopo il suo allontanamento da Roma la polizia chiese l’iscrizione di Lugli nella Rubrica di frontiera e sul Bollettino delle ricerche e sarà oggetto di rapporti del Ministero degli Interni fino al novembre del 1937. Espulso dalla polizia elvetica nel 1935 si stabilisce a Parigi dove frequenta i fuoriusciti di “Giustizia e Libertà” e collabora con Mario Angeloni ed Alberto Cianca. Il 18 agosto 1936 lascia Parigi e raggiunge la Spagna per difendere la repubblica contro i franchisti. Il 20 agosto è a Barcellona e subito dopo combatte a Monte Pelato con la colonna “Francisco Ascano” composta da repubblicani e anarchici. Lascia Monte Pelato il 4 novembre 1936 e non è nota la data del suo rientro in Spagna. Sappiamo che in seguito passa al Battaglione “Garibaldi”, comandato da Pacciardi, e partecipa alle battaglie di Jarama e Guadalajara del febbraio-marzo 1937. A maggio è inquadrato come vicecomandante del reparto radiofonisti nella XII Brigata, di cui faceva parte il Battaglione “Garibaldi”, in seguito alla graduale trasformazione delle Brigate internazionali in formazioni miste con l’immissione di reclute spagnole. Il 16 luglio 1937, sul fronte di Brunete, negli aspri combattimenti per respingere la controffensiva franchista a Villanueva del Paradillo, viene ferito mortalmente da una scheggia di granata. Il 29 settembre 2012 il Comune di Urbino ha dedicato a Bruno Lugli una piazza della frazione di Trasanni di cui era originaria la famiglia.

Fonti: ACS-CPC, B.2875 (1931-1940); ASAPU, 01-07-43-b.128-fasc.43; www.antifascistispagna.it

Bibl: P. Flori, Bruno Lugli garibaldino di Spagna, in AA.VV., Pesaro-Urbino dalla Unità alla Resistenza. Momenti e figure, Argalìa, Urbino 1975, pp. 285-330; L. Cicognetti-P. Giovannini, Per una storta dell’antifascismo pesarese. Biografie politiche, in P. Giannotti (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel regime fascista. Luoghi, classi e istituzioni tra adesione e opposizione, Il Lavoro Editoriale, Ancona 1986, p.266; R. Lucioli, Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna (1936-1939), Anpi Marche-Irsmlm, Ancona 1992; AICVAS (a cura di), La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, Prefazione di G. Pesce, Roma 1996, ad nomen; Bruno Lugli protagonista dell’antifascismo pesarese, in “Memoria Viva”, 6/1998, pp.8-10; P. Palma, Una bomba per il duce. La centrale antifascista di Pacciardi a Lugano (1927-1933) Rubettino, Soveria Mannelli 2003; M. Severini, Dizionario biografico del movimento repubblicano e democratico delle Marche. 1849-1948, Edizioni Codex, Milano 2012, ad nomen.

(E. T.)