Lucarelli Alessandro

Urbino, 22 febbraio 1901 – Urbino, 9 luglio 1989

 Ha concluso le elementari quando la famiglia si trasferisce a Genova. Ancora adolescente, si iscrive al Circolo giovanile socialista e durante il “biennio rosso” lavora all’Ansaldo di Campi e partecipa all’occupazione delle fabbriche. Nel 1922 aderisce al PCd’I, Sezione di Rivarolo, diventa responsabile del comitato di settore della ferriera Ansaldo di Trasta e membro del consiglio di fabbrica. Il 27 ottobre 1927, insieme a un numeroso gruppo di militanti comunisti, viene arrestato e deferito al Tribunale speciale con l’accusa di “organizzazione comunista” e di stampare alla macchia e diffondere giornali clandestini. Il 30 gennaio, dopo quindici mesi di carcere preventivo, è condannato a nove anni di detenzione e a tre di libertà vigilata. Recluso a Civitavecchia è rimesso in libertà il 14 novembre 1932 per l’amnistia concessa nel decennale della marcia su Roma. Il Centro estero del PCI lo invita ad espatriare clandestinamente a Parigi e lo invia a Mosca per frequentare un corso presso la Scuola leninista. Al ritorno nella capitale francese si dedica all’attività nel Centro estero del partito. Fra il 1937 e il 1938 Lucarelli partecipa alle sessioni del Comitato Centrale del PCI in cui si discute come realizzare in Italia la linea dei fronti popolari e dove si recrimina, da parte di molti, sulla scarsa efficacia del lavoro politico. Un dibattito che provoca la decisione di sciogliere il Comitato centrale per sostituirlo con un Centro di riorganizzazione “ristrettissimo” che prepari una conferenza del partito. Alla caduta del fascismo mentre tenta di rientrare in Italia è arrestato a Bardonecchia e tradotto in carcere a Torino ma poche settimane dopo è liberato e può raggiungere Rivarolo. All’indomani dell’8 settembre è attivo nell’organizzazione militare del PCI, nei Comitati clandestini di fabbrica e nella Brigata “Pio”. Il 27 novembre 1943, durante uno sciopero a Sampierdarena è aggredito dai fascisti e ferito gravemente alla gamba destra. Costretto all’inattività fino all’aprile 1944, essendo piantonato in ospedale dai carabinieri, il partito ne organizza la fuga e lo nasconde a Campi. Da Urbino, intanto, si prepara il suo ritorno e si predispone il nascondiglio per accoglierlo a Montecalende, nelle colline prospicienti la valle del Foglia. Le sue precarie condizioni di salute lo tengono lontano dalla guerriglia a cui dà un significativo contributo di direzione politica tramite Elmo Del Bianco della Brigata Gap “Schieti”. Nel dopoguerra è il primo segretario provinciale del PCI è dopo la Liberazione e nel marzo 1946 riesce eletto nel Consiglio comunale di Pesaro. É per molto tempo un quadro dirigente della Federazione provinciale occupandosi soprattutto delle problematiche economiche e del lavoro e fino al 1967 ricopre incarichi nell’apparato centrale del partito.

Fonti: ACS-CPC, B.2855 (1928-1943); AFGR, Biografie, memorie, testimonianze, fasc. Lucarelli Alessandro; ASAPU, 01-07-41-b.128-fasc.41; ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen ; A. Dal Pont et allii, Aula IV. Tutti i processi del Tribunale Speciale fascista, Milano, La Pietra 1976, Sentenza n.2 del 30 gennaio 1929; partigianiditalia.beniculturali.it/archivio/ (Ricompart).

Bibl.: P. Spriano, Storia del Partito comunista italiano, vol.III: I fronti popolari, Stalin, la guerra, Torino, Einaudi 1970, pp.97, 246; L. Cicognetti-P. Giovannini, Per una storia dell’antifascismo pesarese. Biografie politiche in P. Giannotti (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel regime fascista. Luoghi, classi e istituzioni tra adesione e opposizione, il lavoro editoriale, Ancona 1986, p.265; E.Del Bianco, Documenti e testimonianze sulle lotte nella provincia di Pesaro e Urbino, Tipo Litografia Marchionni, Pesaro 1999, pp.177-179; E. Torrico, Politica e ammnistrazione. Il Comune di Pesato dalla ricostruzione allo sviluppo. (1944-1964), QuattroVenti, Urbino 2012, ad indicem; R. Lucioli-S. Massacesi-M. Papini, Il Pci nelle Marche dalle origini al “partito nuovo” (1919-1945), affinità elettive, Ancona 2022, ad indicem.

(E. T.)