Gambarara Sanzio

Urbino, 24 maggio 1900 – Rasquerra, fronte dell’Ebro, 20 agosto 1938

Le modeste condizioni della famiglia gli consentono di frequentare la scuola fino alla quarta elementare. La sua classe iniziò a essere richiamata tra il febbraio e il maggio 1918, ma nessuno dei richiamati andò in prima linea perché si prevedeva di riservarli per le operazioni del 1919. Aderisce al PCd’I e nel 1921-22 è ardito del popolo. Perseguitato dai fascisti che con la violenza nell’agosto del 1922 hanno scacciato dal Comune il sindaco socialista, Gambarara nel 1923 espatria prima in Francia e poi in Belgio lavorando come minatore a Jumet e a Charleroi. Nel 1933 si trova a Ransart, è da tempo iscritto in Rubrica di Frontiera e la sua attività politica nel Soccorso Rosso e come segretario regionale dei gruppi di lingua italiana del Partito comunista belga che sostiene i fronti popolari è segnalata alle autorità belghe che il 4 dicembre 1936 lo invitano a lasciare il paese. A Ransart lascia la  moglie Maria Filippini con tre figli. Nel giugno del 1937 si arruola nelle Brigate internazionali, 2° Battaglione delle Brigata Garibaldi, in difesa della Repubblica spagnola e combatte per la difesa di Madrid, in Estremadura e sull’Ebro. Su quest’ultimo fronte, a Rasquerra, il 20 agosto 1938, trova la morte in conseguenza delle gravi ferite. Uno dei suoi figli, partigiano in Belgio, rimarrà ucciso dai tedeschi nel corso della guerra.

Fonti: ACS-CPC, B.2263 (1931-1941); ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen; www.antifascistispagna.it

Bibl.: R. Lucioli, Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna. (1935-1939), Anpi Marche-Irsmlm, Ancona 1992, p.56; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, AICVAS, Roma 1996, p.211.