Fiorucci Augusto

Thil (Francia), 23 agosto 1907- Cantiano, 1° maggio 1944

 Figlio di cantianesi emigrati in Francia nel piccolo Comune di Thil, nell’attuale regione del Grand Est, rientrato a Cantiano lavora come scalpellino. Le fonti disponibili consentono solo di fare delle ipotesi sulla sua formazione politica ma è certo che nel paese durante il regime era presente una generalizzata avversione nei confronti del fascismo e quando Fiorucci sceglie la lotta armata nella V Brigata “Garibaldi “Pesaro” si può dare per avvenuta la sua adesione al PCI. Nella notte del 30 aprile 1944, sfidando il coprifuoco imposto dal presidio della GNR, è catturato da una pattuglia di militi fascisti alla periferia di Cantiano mentre scriveva sul parapetto del ponte Garibaldi frasi inneggianti al Primo Maggio. Tradotto nel presidio è sottoposto a brutali torture che lo riducono in fin di vita. All’alba del 1° maggio è condotto a piazza Luceoli, addossato alla parete della chiesa di S. Nicolò e fucilato. A parere di alcuni è molto probabile che la fucilazione fosse una messa in scena per nascondere che Fiorucci fosse morto sotto tortura. Secondo la testimonianza del boscaiolo Nazzareno Agostinelli, raccolta da Giuseppe Panico, che con il fratello si recava ad un appuntamento di lavoro, “percorsi i cinquanta metri della piazza, proprio all’inizio di via IV Novembre, incrociammo un plotone di una decina di militi, due dei quali trascinavano un uomo praticamente irriconoscibile, sorreggendolo sotto le ascelle”. L’Agostinelli racconta anche che “vennero lanciate verso il centro della piazza tre bombe a mano; dopo pochi attimi fu scaricata una raffica di mitra seguita da altri scoppi di bombe. Il mitra aveva sparato contro il corpo del prigioniero, che era stato appoggiato alla parete della chiesa di S. Nicolò”. Se Fiorucci giunse in piazza Luceoli moribondo o già morto era la conseguenza del silenzio che oppose alle sevizie a cui fu sottoposto non rivelando nulla sul movimento partigiano né sull’identità dei compagni che erano con lui quella notte. Responsabile dell’assassinio di Fiorucci era il brigadiere-comandante del presidio Egisto Monceri Cignali, spia e collaboratore dei tedeschi, noto per il suo fanatismo e l’odio nei confronti dei partigiani. Per vendicarsi alcuni partigiani montenegrini della V Brigata gli uccisero due fratelli e due sorelle e, per tragica sorte, il 6 luglio 1944 il padre di Monceri è tra le 14 vittime della rappresaglia tedesca contro la comunità di S. Lorenzo in Torre e il predio di Val Pietro in Comune di Urbania. Il 16 giugno 1948 la Corte d’Assise di Ancona lo condannava a trent’anni di carcere, tre anni di libertà vigilata e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, ma per effetto della concessine di amnistia e indulto previsti dal DPR n.922 del 19 dicembre 1953, la pena venne ridotta a due anni.

Fonti: ASAPU, 01-8-6, b.138, fasc.6; www.straginazifasciste.it, Episodio di Cantiano del 1°maggio 1944 (Scheda redatta da C. Donati con la collaborazione di R. Lucioli); partigianiditalia.beniculturali.it/archivio/ (Ricompart).

Bibl.: Il martirologio dei “Volontari della libertà”, in “Bandiera rossa”, 15 giugno 1944, p.3, ora in P.Giannotti, I giornali clandestini  delle Marche, Presentazione di W.Tulli, Introduzione di E. Santarelli, Consiglio della Regione Marche- IRSMLM;  G.Panico (a cura di), I caduti di Cantiano per il riscatto della libertà, Comune di Cantiano, Comitato provinciale per il 50° anniversario della Liberazione della provincia pesarese, ANPI Provincia di Pesaro-Urbino, Urbania 1996, pp.20-30; F.Lupatelli, Cronache partigiane. Luglio 1943-Luglio 1944, Cagli 2000, p.51-52; G. Guglielmi, Morire a maggio, in A. Ceripa (a cura di), Lotta partigiana. e antifascismo nel Comune di Cantiano, Comune di Cantiano-Anpi Pesaro e Urbino, Melchiorri, Pesaro 2001 (II ed.), pp. 93-95.

(E. T.)