Fastiggi Pompilio

Pesaro, 6 agosto 1911 – S. Angelo in Vado, 1° febbraio 1944

Fastiggi fa parte del gruppo di giovani della “repubblica rossa” di S. Pietro in Calibano, la frazione del Comune di Pesaro dove risiedeva la sua famiglia, che a metà degli anni Trenta tenta di ricostituire la rete clandestina del PCI decimata dagli arresti e dalle pesanti condanne del Tribunale speciale del novembre 1933. Insieme a Valentino Amadori e Nazzareno Vichi, che come lui lavoravano alla Montecatini, organizza una cellula comunista all’interno della fabbrica. L’operazione riuscì anche perché l’Amadori, d’accordo con il PCI, aveva accettato l’incarico di segretario provinciale del sindacato fascista degli operai metallurgici e Vichi era regolarmente iscritto ai fasci giovanili. Per tre anni la cellula clandestina distribuì materiale di propaganda contro la guerra d’aggressione all’Etiopia e per far prendere coscienza agli operai delle contraddizioni della politica fascista sui problemi salariali e l’organizzazione del lavoro. Dal settembre 1935 Fastiggi assolve agli obblighi di leva a Bologna, “Battaglione carri d’assalto”, e introdurrà nella sua caserma volantini provenienti da Pesaro. Alla fine di gennaio 1936 la cellula viene scoperta dalla polizia tramite due infiltrati della milizia e a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro Fastiggi, Amadori e Vichi ed altri sette sono arrestati e deferiti, con sentenza istruttoria del 7 luglio, al Tribunale speciale che il 15 marzo 1937 li condanna per ricostituzione del partito comunista e propaganda antinazionale: Fastiggi a 14 anni di carcere, gli altri  fra i 3 e i 5 anni, mentre l’Amadori era deceduto nel carcere cittadino di Rocca Costanza, probabilmente suicida, durante la fase istruttoria. Ma la pena più alta, 16 anni, fu inflitta a Oliviero Mattioli che era stato in precedenza condannato a 3 anni nel processo dell’11 novembre 1933. La detenzione di Fastiggi nel carcere di Fossano colpisce per le condizioni di estrema durezza che lo spingono, tuttavia, a ribellarsi contro gli abusi e le violenze dei secondini segnalandosi come “soggetto irrimediabilmente indisciplinato e turbolento”, per questo incorrendo in numerose punizioni che peggiorarono le già problematiche condizioni cui era sottoposto al punto che solo dopo tre anni la madre riuscì ad ottenere il permesso di visitarlo. Nell’aprile 1941 è tradotto nel carcere di Castelfranco Emilia ma, per un’ennesima nota disciplinare, l’anno successivo venne prima trasferito nel penitenziario di Civitavecchia e il 18 maggio 1943 nel carcere di San Gimignano dove rimase fino alla scarcerazione il 27 agosto 1943. Raggiunta Pesaro, Fastiggi riprese i contatti con il PCI che lo incaricò di dirigere la federazione provinciale e di organizzare i GAP. Collabora inoltre con Ottavio Ricci per la formazione della GN e, dopo la decisione del CLN di spostare la lotta armata in montagna, svolge l’importante compito di ispettore dei distaccamenti partigiani. Sono mesi di attività febbrile e pericolosa. Ricercato dai fascisti, forse per una delazione, Fastiggi è sorpreso il 1° febbraio 1944 a S. Angelo in Vado dalla milizia fascista. Non si conoscono maggiori dettagli se non che mentre veniva condotto in caserma, tentò di sottrarsi alla cattura estraendo la pistola e venne ucciso. Gli è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria e dopo la Liberazione la frazione di S. Pietro in Calibano in suo ricordo fu ribattezzata Villa Fastiggi.

Fonti: ACS-CPC, B.1970 (1936-1943), copia del fasc. in. copia del fasc. in ASAPU, Antifascismo Provincia di Pesaro-Urbino (1921-1943), 01-9-5-bb.152-156-fasc.5 (ACS b.1, fasc.12); ASPU, Esercito Italiano, Distretto di Pesaro, Foglio matricolare di Fastiggi Pompilio n.15493; ASAPU, 01-7-28-b.127-fasc.28; ISCOP, FGM, 1-28-b.6-fasc.13-10; ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen; A. Dal Pont et allii, Aula IV. Tutti i processi del Tribunale Speciale fascista, Milano, La Pietra 1976, Sentenza n.6 del 15 marzo 1937.

Bibl.: Il sacrificio di Pompilio Fastiggi, in “Bandiera Rossa”. Organo dei Comunisti Marchigiani, n.6, a.II, 6 aprile 1944; AA.VV., Pesaro contro il fascismo, Argalìa, Urbino 1972, ad indicem;  P.Giannotti, Pesaro contro: 1930-35, Ibid:, pp.83-112;  L.Cicognetti-P.Giovannini, Tra due processi. Itinerari e strategie dell’antifascismo pesarese negli anni Trenta, in P. Giannotti (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel regime fascista. Luoghi, classi e istituzioni tra adesione e opposizione, Il Lavoro Editoriale, Ancona 1986, pp.114-144; Idem, Per una storia dell’antifascismo pesarese. Biografie politiche, Ibid., p.258.

(E. T.)