Del Vecchio Cesare

Serrungarina (PU), 14 maggio 1896 – Pesaro, 24 ottobre 1984

 Risiede tra Pesaro e Pisa dove la famiglia si trasferisce per consentirgli di proseguire gli studi universitari in veterinaria e agronomia. Valoroso ufficiale, sebbene contrario all’intervento, si distingue nelle battaglie dell’Isonzo e dell’Altopiano di Asiago, ma visse la Grande Guerra come un evento traumatico che forse rafforzò la sua inclinazione verso gli ideali del socialismo. Manifesta fin da subito contrarietà al fascismo e, dopo la svolta delle leggi speciali, la sua condanna è netta ed esplicita. Per questo nel 1927 è bastonato dai fascisti e ammonito perché abbandoni ogni velleità politica. Nel 1940 è richiamato alle armi col grado di maggiore ed inviato sul fronte italo-francese e dopo il crollo della Francia ha contatti con il maquis. Nel 1943 sospetta di essere spiato e chiede di essere trasferito. Tramite i buoni uffici dell’amico pesarese Giuseppe Lugli ottiene di essere destinato a Belluno. Entra ben presto in rapporti con l’organizzazione antifascista provinciale ed incontra Concetto Marchesi e il gruppo antifascista attivo all’interno dell’Università di Padova. Il 19 luglio 1943, al di là delle contrastanti versioni che ne hanno dato i protagonisti, Del Vecchio, comandante del ricostituito Battaglione “Val Cismon”, del III Regg. Alpini, ebbe un ruolo di primo piano, nella preparazione dell’attentato contro Mussolini e Hitler a Villa Gaggia, a S. Fermo di Belluno, non lontano da Feltre, a pochi giorni dal crollo del fascismo. A Del Vecchio era stato affidato l’incarico di formare la scorta e il picchetto d’onore composto dagli alpini reduci dalla Russia, ma all’ultimo momento il picchetto, che avrebbe dovuto lanciare bombe a mano sul corteo, venne cancellato e lo stesso Del Vecchio inviato fuori città il che rese impossibile l’attuazione dell’attentato. Il 25 luglio, a capo del servizio di polizia a Belluno, non tenne conto della contrarietà dei superiori e ordinò di abbattere nella caserma del V Battaglione di artiglieria alpina ogni scritta e simbolo fascisti. Trascorse quasi interamente i 45 giorni del governo Badoglio a Belluno e l’8 settembre si trovava a Torino, dove era stato da poco trasferito, e con grande difficoltà raggiunse Pesaro. Dopo lo scioglimento della GN e la costituzione, il 4 ottobre, del CPLN, in cui rappresentava i socialisti, gli fu affidato l’importante incarico di ispettore militare. Per i repubblichini era un disertore e quindi ricercato anche dai tedeschi. Insieme a Pompilio Fastiggi, Claudio Cangiotti e Ottavio Ricci, con falsi documenti tedeschi che ne attestavano la funzione di ispettore medico, si sposta nel territorio provinciale per controllare la dislocazione delle formazioni partigiane e stabilire rapporti con esponenti locali. La sua esperienza militare è utilissima nella preparazione delle azioni dei GAP e il recupero di armi per la guerriglia in montagna. Si occupò, con la collaborazione dei tecnici Ghirlanda e Di Giorgio, del rilevamento topografico delle difese tedesche lungo la linea Gotica, da Pesaro a Montecchio, che fece pervenire agli Alleati che richiedevano con forza informazioni anche sui campi minati e i varchi liberi dalle mine anticarro e antiuomo. Dopo la liberazione di Pesaro preferì non dedicarsi alla politica attiva, anche se aderirà al PSDI sostenendo nel 1966 l’unificazione socialista e la costituzione di una grande sinistra democratica insieme alla denuncia del “decadimento del costume politico e della morale civile”. Nella sua professione di agronomo ha prodotto anche interessanti contributi scientifici.

Fonti: ISCOP, Fondo Del Vecchio Cesare, Prima Serie: Memorie; Ibid., FGM, Nota sull’attività partigiana svolta da Cesare Del Vecchio, 1-28-b.6- fasc.13-21; ASAPU, 01-9-18-b.167-fasc.18; 01-7-25-b.126-fasc.25; FA-01-3-1-4-b.3-fasc.4; partigianiditalia.beniculturali.it/archivio/ (Ricompart).

Bibl.: R. Cessi, La Resistenza nel Bellunese, Roma, Editori Riuniti, 1960; C.Del Vecchio, Un vecchio socialista ricorda Filippo Turati, s.l., s.n., Centro stampa Provincia di Pesaro e Urbino, 1961; Idem, Dovrebbe essere una esplosione di ribellione in “Unità Socialista”, Suppl. al n.5. de “La Nostra Bandiera”, Pesaro 1° settembre 1966; Idem. Per l’unificazione socialista. Chiarificazione, Bozza di stampa con correzioni autografe, s.d.; Idem, Resistenza e Liberazione della Provincia di Pesaro e Urbino, s.l., s.d.; T. Sirena, Mussolini e Hitler salvati dal Vaticano, in “La Tribuna di Treviso”, 19 luglio 2003; R. De Nart, Belluno ieri e oggi: cronache del passato, (stampato in proprio), Belluno 2016, pp.124-125.

(E. T.)