Corbucci Ferriero

Urbino, 5 aprile 1922 – Ivi, 5 novembre 2008

É protagonista e testimone dell’antifascismo della valle del Foglia, un ambiente di contadini e minatori, di povertà dignitosa e ribelle, animato dal senso di giustizia, culla del primo socialismo e poi del capillare radicamento comunista. La sua maturazione politica e culturale si sviluppa nel confronto con Italo Mancini, Amos Alberici e Paolo Volponi, l’esempio di un irriducibile antifascista come Erivo Ferri e durante l’esperienza resistenziale nella V Brigata Garibaldi “Pesaro”. Sebbene molto giovane, dopo l’8 settembre è designato dagli abitanti di Schieti, con Amos Alberici e Angelo Cecchini, a rappresentarli nel “Comitato esecutivo dei cittadini urbinati”, voluto dal podestà, con l’obiettivo di conciliare tutte le correnti politiche, compresa quella repubblichina, in nome dell’interesse della città. Un tentativo impraticabile soprattutto dopo l’episodio di Ca’Mazzasette del 1° novembre e la decisione del CLN provinciale di accendere la guerriglia dalle basi di Cantiano e Frontone. Da questo momento l’area del medio Foglia diventa l’epicentro da cui si organizza l’invio in montagna di gruppi sempre più folti di renitenti alla leva della RSI, di armi e viveri. Corbucci è attivo nelle campagne e nelle frazioni per mobilitare i contadini ed è tramite con la città dove gruppi di studenti universitari sono orientati verso la rottura definitiva con il fascismo e pronti a unirsi ai partigiani in montagna. Racconterà in seguito che l’impegno nella clandestinità costituì per lui e tanti altri giovani lo “spogliarci delle ultime acerbità dell’adolescenza”. Il 18 novembre 1943 il secondo bando di leva e di richiamo alle armi diramato dalla RSI interessava anche le classi 1920-22 e quindi Corbucci, per evitare che la responsabilità del rifiuto ricadesse sui familiari, rispose al bando ritenendo che l’impegno antifascista, sebbene più rischioso e difficile, potesse diventare, in un luogo pieno di giovani come una caserma, addirittura più efficace. Assegnato alla caserma “Paolini” di Fano, organizza il rocambolesco piano di diserzione dell’intera Compagnia deposito sfilando durante il coprifuoco per le vie della città, fino alla via Flaminia dove si disperse, sotto gli occhi delle pattuglie tedesche che non potevano pensare a una diserzione di quaranta militari che marciavano inquadrati agli ordini di un sergente. Era il tempo delle scelte definitive e, raggiunta Schieti, dopo avere collaborato alla costituzione dei GAP e all’organizzazione di rifugi provvisori, agli inizi del marzo1944 Corbucci raggiunge la V Brigata per partecipare alla lotta armata nel Distaccamento “Gasparini” che apparteneva al 3°Battaglione comandato da Cristoforo Moscioni Negri. Il distaccamento, che si spostava in un’area compresa tra Cerquetobono, Carpegna e l’Alpe della Luna, si era costituito nel mese di marzo per accogliere i numerosi giovani renitenti alla leva fascista, molti dei quali di Schieti dove si era inizialmente formato. Di fatto Corbucci, che comandava una squadra, diventò uno dei principali collaboratori di Moscioni Negri. Il 7-8 luglio per disposizione del comando della V Brigata, si spostò nella zona di Pietralunga-Umbertide e poi Assisi dove i partigiani incontrarono gli Alleati che li disarmarono. Qui, il 28 agosto, ebbe notizia della liberazione di Urbino dove ritornò qualche giorno dopo. Nel dopoguerra affianca alla professione di maestro elementare l’attività politica nel PCI e dal 1960 al 1975 è stato sindaco di Piandimeleto. In seguito, dal 1975 al 1985, è stato consigliere comunale di Urbino e assessore all’urbanistica dal 1980 al 1985. Molto legato all’ANPI, dopo il lungo servizio politico ha dedicato il suo interesse e le sue energie allo studio storico-antropologico della Valle del Foglia e si è speso con impegno e passione nella trasmissione della memoria della Resistenza alle giovani generazioni.

Fonti: Fonti: ASPU, Esercito Italiano, Distretto di Pesaro, Foglio matricolare di Corbucci Ferriero, n.12962; ISCOP, FGM, 01-7-20-b.126-fasc.20; Ibid.,1-35.b.8-fasc.20; ASAPU,01-9-16-bb.163-165-fasc.16; partigianiditalia.beniculturali.it/archivio/ (Ricompart).

Bibl.: F.Corbucci, In montagna, in “Memoria Viva”, 1/1992, pp.3-5; Idem, “I maltagliati”, Arti grafiche  della Torre, Casinina di Auditore 1996; D.Pela, Una notte che non passava mai. La guerra e la Resistenza nella memoria dei contadini marchigiani, IRSMLM-CIA Marche, il lavoro editoriale, Ancona 1997, pp. 244, 254, 258-259, 322-323; G.Mosci, A.Cecchini, O.Giovanelli, Ferriero Corbucci, in “Memoria Viva”, 11/2010, pp. 34-38.