Carrara Roberto

Coriano (Forlì), 1° gennaio 1904 – Rimini, 2 marzo 1977  

Primo di cinque figli di una famiglia di contadini, frequenta la scuola fino alla terza elementare. Nel 1920 si iscrive al Circolo socialista di Rimini dove la famiglia si era trasferita l’anno prima. Nel 1921 aderisce al PCd’I e assume l’incarico di segretario della FGC. Si oppone alla violenza dei fascisti e fiancheggia il movimento degli “Arditi del popolo”. Il 10 maggio 1923 è arrestato con l’accusa di “complotto con bande armate contro i poteri dello Stato” da cui, dopo due mesi, viene mandato assolto. Richiamato alle armi, assolve il servizio militare a Pisino, in Istria. Congedato nel 1926 lavora a Rimini in uno stabilimento della Società anonima “L’Invulnerabile”. Per tutti gli anni Venti, e fino al 18 ottobre 1932, è uno dei tre responsabili del Comitato mandamentale comunista del Riminese, quando è arrestato per “ricostituzione del disciolto partito comunista”. Non subì il processo davanti al Tribunale speciale per la cosiddetta “amnistia del decennale”, ma la Commissione provinciale per i provvedimenti di pubblica sicurezza, presieduta dal famigerato console della milizia Piero Brandimarte, gli commina cinque anni di confino che trascorre a Ventotene, Ponza e nei comuni calabresi di Laino Bruzio e Fuscaldo in provincia di Cosenza. Rimesso in libertà il 18 ottobre 1937, sposta la residenza a Pesaro e trova lavoro come aggiustatore meccanico specializzato alla Benelli. Entra in contatto con l’antifascismo locale e il Pci clandestino, organizza una cellula di fabbrica e collabora alla formazione di un comitato di coordinamento con la cellula comunista della Montecatini per rallentare le consegne, soprattutto alla Benelli che produceva motocicli per l’esercito. Dopo la caduta del fascismo lascia il lavoro per dedicarsi completamente all’attività clandestina e all’organizzazione dei GAP con il nome di “Sergio”. Alla fine di giugno del 1944, con l’ordine tassativo dei tedeschi di sfollamento totale della Valle del Foglia e della città di Pesaro, il CPLN decide di fare affluire in una nuova brigata i partigiani di vari gruppi privi di collegamento fra loro e una quota consistente di gappisti, essendo venute meno con lo sfollamento le condizioni per proseguire la guerriglia urbana. La Brigata assume la denominazione di Brigata Garibaldi “Bruno Lugli” il cui comando è affidato al maggiore di fanteria Antonio Severoni (“Tino”) affiancato da Carrara in qualità di commissario politico. Dopo la liberazione diventa funzionario a tempo pieno del PCI, segretario della sezione “Centro” di Pesaro e presidente dell’ANPI provinciale. Viene designato dalla prefettura membro della Commissione provinciale per i provvedimenti di pubblica sicurezza a carico dei collaborazionisti e dei compromessi con il regime. Nel 1946 è eletto consigliere comunale e fino al 1950 è assessore effettivo nella giunta socialcomunista del sindaco Renato Fastigi con deleghe alla polizia urbana e al personale, quando la scoperta di armi nella falegnameria del Comune lo costringe alla latitanza e, dopo la condanna, a riparare in Cecoslovacchia. Una vicenda amplificata dal clima politico di guerra fredda che si concluse nel 1954 con un provvedimento di amnistia. Rientrato a Pesaro ricopre ancora incarichi politici fino al 1966 quando ritorna a Rimini. Negli ultimi anni si dedica a diffondere la memoria dell’antifascismo e della Guerra di Liberazione collaborando con l’Istituto della Resistenza del Circondario di Rimini.

Fonti: ACS-CPC, B.1113 (1924-1942); ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen; ISCOP, Fondo Anpi, 15-b.125, fasc.15; partigianiditalia.beniculturali.it/archivio/ (Ricompart).

Bibl.: R. Carrara, La lunga lotta, a cura di P. Zaghini, in “Storie e Storia”. Quaderni dell’Istituto storico della Resistenza e della Guerra di Liberazione del Circondario di Rimini, 12/1984, pp.79-126; E.Torrico, Politica e amministrazione. Il Comune di Pesaro dalla ricostruzione allo sviluppo, QuattroVenti, Urbino 2012, ad indicem.

(E. T.)