Battistelli Silvio

Fano, 25 dicembre 1905 – Ivi, 16 novembre 1968

 Rimasto orfano di entrambi genitori deve interrompere gli studi per intraprendere il mestiere di meccanico di motori nautici. La sua formazione politica risente indubbiamente del ribellismo che caratterizza l’ambiente popolare fanese per la presenza della tradizione anarchica e poi degli ideali del comunismo con la costituzione del PCd’I. L’avvento del regime fascista costringe il Partito comunista alla clandestinità di fatto già praticata prima delle leggi eccezionali del 5 novembre 1926 che sopprimevano i partiti contrari al regime e i loro giornali e istituivano il confine di polizia, la pena di morte per gli attentati politici e il Tribunale speciale. Non sappiamo quando Battistelli aderì al Partito comunista ma è probabile che avvenne nella seconda metà degli anni Venti ed è certo che fin dal 1931-32 era attivo nell’organizzazione clandestina insieme a Mariano Bertini, Bruno Venturini e Remo Rovinelli in collegamento con l’analoga iniziativa di alcuni compagni pesaresi.  Se è Venturini che tiene i collegamenti con il mondo studentesco assumendo il ruolo di guida intellettuale, sono Battistelli e Rovinelli che si incaricano di definire la struttura dell’organizzazione clandestina e di ricercare contatti con un “emissario” del centro estero del PCI. Le direttive dell’emissario spingevano per la costituzione di un comitato, di cellule nei luoghi di lavoro e la diffusione della stampa comunista con una stamperia clandestina. A causa di una serie di errori cospirativi e per l’attività spionistica della polizia nella notte tra il 31 gennaio e il 1° febbraio 1933 l’organizzazione è decimata dagli arresti. Battistelli con altri dodici è rinchiuso nel carcere di Rocca Costanza a Pesaro e il 10 novembre il Tribunale speciale lo condanna a dieci anni di detenzione per “costituzione del Pci, appartenenza allo stesso e propaganda”. Recluso nel penitenziario di Castelfranco Emilia in cui le condizioni della carcerazione sono fra le più dure per i detenuti politici, è scarcerato l’11 febbraio 1938 per intervenuta amnistia. Assoggettato a libertà vigilata tuttavia riallaccia e tiene vivi i contatti con l’antifascismo e, quando la situazione politica e militare precipita, dopo il 25 luglio e l’8 settembre è tra i primi con Mariano Bertini a diffondere la stampa clandestina. Fa parte del gruppo dirigente del CLN e organizza i GAP fanesi condividendo con Enzo Capalozza il rifugio situato tra la collina del Prelato e Ponte Varano, “un piccolo quartier generale – lo definisce Capalozza – sede delle riunioni ordinarie, della segreteria, dell’archivio, della redazione dei manifesti e degli appelli, centro di ritrovo e di smistamento”. Secondo alcune fonti nell’agosto del 1944 avrebbe oltrepassato la linea Gotica per consegnare agli Alleati mappe e fornire indicazioni sul sistema difensivo tedesco. Nel dopoguerra Battistelli è eletto sindaco di Fano nelle prime elezioni amministrative del dopoguerra del 17 marzo 1946 ed è tra i protagonisti della rinascita economica e sociale della città con particolare attenzione alla difesa del patrimonio artistico cittadino. Nel 1951 è eletto consigliere provinciale nel Collegio di Fano II e nominato assessore della Giunta Pierangeli. Nel 1956, dopo i fatti d’Ungheria, lascia il PCI e si iscrive al PSI. È stato un politico e un amministratore molto popolare ed amato per la coerenza e rettitudine. Nel 2018, in occasione del 74° della Liberazione di Fano il Consiglio comunale ha intitolato a Battistelli la sala consiliare.

Fonti: ACS-CPC, B.411 (1933-1940), copia del fasc. in ASAPU, Antifascismo Provincia di Pesaro-Urbino (1921-1943), 01-9-5-bb.152-156-fasc.5 (ACS b.1, fasc.4); ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen.; A. Dal Pont et allii, Aula IV. Tutti i processi del Tribunale Speciale fascista, La Pietra, Milano 1976, Sentenza n.29 del 10 novembre 1933; partigianiditalia.beniculturali.it/archivio/ (Ricompart).

Bibl.: E. Capalozza, Un diario fanese: integrazioni e rettifiche per gli anni 1943 e 1944, in “Fano”, Supplemento al n.4/1967 del “Notiziario di informazione sui problemi cittadini”, p.148; L.Cicognetti-P.Giovannini, Per una storia dell’antifascismo pesarese. Biografie politiche in P.Giannotti (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel regime fascista. Luoghi, classi e istituzioni tra adesione e opposizione, il lavoro editoriale, Ancona 1986, pp.247-248.

(E. T.)