Amadori Valentino

Pesaro, 20 aprile 1907 – Ivi, 26 giugno 1936

Ancora quattordicenne, nel 1921 si iscrive alla Federazione giovanile comunista. È di San Pietro in Calibano, la frazione di Pesaro in cui si tenta di riorganizzare l’attività del Pci, dopo lo smantellamento della rete clandestina del 1932-33. Amadori lavora alla Montecatini con Pompilio Fastiggi e Nazzareno Vichi e i tre costituiscono una cellula all’interno della fabbrica favoriti anche dal fatto che, con l’assenso del Pci, Vichi si era iscritto ai fasci giovanili e Amadori, per l’insistenza del partito, aveva accettato l’incarico di segretario provinciale del sindacato fascista dei metallurgici, un espediente che consentiva con maggior facilità di avere contatti con gli operai. Per tre anni la cellula diffuse in fabbrica volantini contro la guerra d’Etiopia, la politica salariale e l’organizzazione del lavoro. Scoperta dalla polizia il gennaio 1936, l’attività dei confidenti e qualche imprudenza cospirativa di troppo, Amadori è arrestato e deferito al Tribunale speciale insieme ai componenti della cellula e al gruppo, ad essa collegato, di San Pietro in Calibano. In attesa della conclusione dell’istruttoria e del processo per “organizzazione comunista” sono rinchiusi nel carcere cittadino di Rocca Costanza. Dai racconti di alcuni protagonisti sappiamo di una situazione molto tesa fra gli arrestati sottoposti all’isolamento completo, senza contatti con l’esterno e la sospensione di ogni garanzia legale. Amadori è molto provato per l’attesa snervante anche se apparentemente sembra essere il meno rassegnato. In realtà ha una prima crisi di nervi da cui non si riprenderà più e viene ricoverato nell’infermeria. Un giorno di giugno mentre rientra dall’ora d’aria scavalca la ringhiera e si lascia cadere nella tromba delle scale. Trasportato in ospedale muore quasi subito per sopravvenuta “paralisi traumatica”.

Fonti: ACS-CPC, B.87 (1936); ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen.

Bibl.: P.Giannotti,  Pesaro contro il fascismo (1919-1944), Argalìa, Urbino 1972, pp.106-109; L.Cicognetti-P.Giovannini, Tra due processi. Itinerari e strategie dell’antifascismo pesarese negli anni Trenta, in P. Giannotti (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel regime fascista. Luoghi, classi e istituzioni tra adesione e opposizione, Il Lavoro Editoriale, Ancona 1986, pp.127-129; Idem, Per una storia del’antifascismo pesarese. Biografie politiche, Ibid., p.243.

(E. T.)